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Anno edizione: 2022
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«Un giorno mi venne l'idea di dedicarmi a coltivare il mio orto. Allo scopo mi servii del sole e dell'acciaio. La luce costante del sole e strumenti forgiati nell'acciaio divennero i pilastri della mia attività, e poco a poco il giardino cominciò a dare frutti.»
Sole e acciaio è l'unica testimonianza che Yukio Mishima ci abbia lasciato sulla propria formazione intellettuale. Il suo percorso è quello di un ragazzo gracile e tutto votato alla lettura, che scopre tardivamente il corpo e l'importanza del proprio essere fisico. Da qui la contrapposizione tra il potere corrosivo del linguaggio e il potere costruttivo del sole e dell'acciaio che, banalmente, potrebbero essere visti come immagini della vita all'aria aperta e dei pesi usati per rafforzare e costruire la muscolatura. Allo stesso tempo questa scoperta della fisicità si pone come via di accesso a una nuova dimensione dello spirito, spunto di riflessione sul rapporto fra arte e azione. Il votarsi all'ascesi dell'allenamento fisico non è però una semplice forma di affermazione vitale, bensì un percorso volto a offrire alla morte, bene supremo e suprema tentazione, un oggetto che sia degno di essa. Una visione quanto mai lontana dal principio classico che individua nel corpo sano una condizione indispensabile per una mente sana; la filosofia di vita di Mishima infatti vede la propria ideale conclusione nel suicidio rituale, che l'autore effettivamente compì nel dicembre 1970. È anche alla luce di questo gesto che Sole e acciaio si pone come un vero testamento spirituale, capace di gettare una luce inedita sull'intera opera del grande scrittore giapponese.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un'opera certamente non semplice. Controversa in alcuni aspetti. Lucidissima come l'acciaio in altri. Mishima o piace o non piace. Inutile leggerlo solo per poterlo citare con gli amici. Leggetelo se vi piace tutto dell'autore che, coraggiosamente, non nasconde nulla di sé. Va preso così come si mostra. Crudo. Duro. Disciplinato. Uno dei libri che comunque non dovrebbero mancare nella libreria.
Il libro in questione e' un saggio vero e proprio in cui ci si accosta all'animo e alla mente di Mishima percependone gli intenti. Sicuramente quando lo ha scritto aveva gia' in mente il suo suicidio. Nonostante sia un libro breve si legge lentamente perche' non e' semplice. E' un libro che consiglio, in generale, ma non e' adatto a tutti perche' lo trovo complesso , a tratti filosofeggiante.
Ho letto l'edizione Guanda della collana Tascabili del marzo 2017. "E' un libro fondamentale per accostarsi alla personalità ed il pensiero del grande scrittore giapponese [...]" (dalla quarta di copertina dell' edizione da me letta). Molti passaggi di questo breve libro appaiono interessanti e ricchi di fascino. Ammetto anche di provare una certa ammirazione per l'intento di Mishima di glorificare il Giappone tradizionale. Inoltre, mi sembra condivisibile la sua denuncia dell'occidentalizzazione e dell'asservimento della sua patria attraverso la costituzione imposta dagli U.S.A. nel 1947 e il Trattato di San Francisco del 1951. Tuttavia non posso che biasimare il suo gesto suicida, esito finale di un'esistenza dominata da una costante tensione interna, tipica di questo scrittore che alcuni hanno definito "decadente", e culminante nel "culto della morte e della bellezza dei corpi [...]. Quello di Mishima è insomma, nella formula nietzschiana, un "nichilismo attivo": atteggiamento di chi, pur sapendo perfettamente che la propria religiosità, lo shintoismo, è priva di fondamento, la persegue volontaristicamente sino alle estreme conseguenze, trasfigurandosi e divenendo insieme testimone e martire, attore e impostore" (dalla voce "Mishima, Yukio" curata da Roberto Buffagni per il "Dizionario elementare del pensiero pericoloso", I,d.A. 2016).
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