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Libro candidato da Luigi Manzi al Premio Strega 2022
Tra gli anni sessanta e gli anni venti del secolo in corso, la classe operaia italiana si è via via accomodata sui divani fabbricati da Natalino Manucci. È lui l'uomo nuovo, è lui il boss dei divani. È partito dal basso, dalla modesta bottega di un tappezziere pugliese e adesso è uno degli imprenditori più ricchi al mondo nel settore arredamento. Ad aiutarlo nel suo sogno americano Made in Puglia sono intervenuti il miracolo economico e i numi tutelari del Capitale: i prototipisti del settore e un coro di amministratori delegati di holding sparse in tutto il globo. L'invidia se li mangia sani sani a Nuccio e Michele, due giovani operai che negli anni ottanta decidono di diventare come lui. I loro strumenti? Obbedienza prona alle leggi del Capo, sfruttamento di manodopera cinese e un'inesauribile voglia di sesso. Con uno stile unico, comico e provocatorio, che impasta dialetto pugliese, gergo aziendale e linguaggio dei social, Francesco Dezio torna alla letteratura postindustriale con la prima rappresentazione tragica del lavoro.
Proposto da Luigi Manzi al Premio Strega 2022 con la seguente motivazione:
«Nella Meccanica del divano Francesco Dezio ripropone con efficace realismo il mondo del lavoro rappresentato attraverso le vicende corali di un'azienda del settore dell'arredamento, dalla sua nascita durante il periodo del Miracolo economico ai giorni nostri. Nel romanzo ci si addentra con il sospetto del déja vu, ritrovandosi invece con stupore nel pieno della società postmoderna, dove persino un divano diviene simbolico, se non addirittura oggetto totemico delle effimere e sempre più impellenti aspirazioni alle "comodità" borghesi. Senza inserirla in una prospettiva ideologica, La meccanica del divano racconta l'epopea a Infernominore, una immaginaria località della Puglia, di un produttore di divani che si arricchisce con lo sfruttamento di manodopera locale ed estera, suscitando al contempo ammirazione e invidia. In questo contesto Nuccio Forleo e Michele Prisco, i due operai protagonisti del romanzo, fanno del tutto per mettersi in luce e diventare "contoterzisti" del padrone così da apparire, nella miseria culturale ed economica della vita di provincia, e pure nella retorica aziendale, degli intraprendenti quanto improbabili "boss dei divani". Francesco Dezio prosegue nella interpretazione letteraria spietata, nichilista e insieme spassosa, iniziata nel 2004 con il suo Nicola Rubino è entrato in fabbrica, edito dalla Feltrinelli, dello sfacelo della società attuale. Con tale intento fa anche ricorso a una commistione di linguaggi di lunga tradizione, da Gadda a Camilleri, per promuovere una visione partecipata e disillusa della dissoluzione di valori e assetti consolidati in epoca di capitalismo terminale, allorché ciascun individuo viene espropriato di sogni e desideri.»
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