Kaijin. L'ombra di cenere

L’autrice molto gentilmente mi fece dono del suo libro “Kaijin” agli inizi di questo mese, appunto durante la fioritura dei ciliegi, complice il fatto che ho proprio un ciliegio accanto casa, sicuramente per la trama avvincente ma senza essere invadente, per la scorrevolezza con cui è scritto, per la fraseologia Marziale che mi è tanto cara, ne terminai la lettura due giorni dopo averlo iniziato. Ne ho potuto assaporare le sfumature emotive del protagonista, attorniato dall’onnipresente presenza dell’amico scomparso, i patimenti, i dubbi maceranti fino al chiarimento finale. Essendo avvezzo alla lettura posso solo dire che il tempo che ho dedicato a questo libro è stato ben speso dall’inizio alla fine e credo, senza peccate di esagerazione, che questo sia un libro che meriterebbe un peso maggiore nell’editoria italiana. Complimenti Lina Lercari Bartalucci! Veramente un bel libro!

mi sono avvicinato a questo libro per la passione per il giappone, comune all'autrice, e proprio a causa della profonda conoscenza della cultura nipponica che questo libro mi ha deluso, ne emerge una visione falsata idilliaca, stereotipata e buonista, con nozioni reali ma poco approfondite, descrizioni didascaliche al limite del glossario, un analisi lasciata a metà per non spaventare il lettore con il lato negativo che alcune azioni comportano, un libro per neofiti della cultura giapponese, chi conosce già un minimo di letteratura giapponese ne resterà amareggiato e avvertirà una scopiazzatura di "musashi". Altro fattore su cui punta l'autrice è il colpo di scena finale, tanto declamato nella promozione del libro, ma le si rivolta contro, il "segreto" è lampante già dal primo capitolo.

Già dall'incipit si inizia ad assaporare quella che è l'atmosfera evocativa di questo romanzo ambientato in un periodo molto particolare per il Giappone, l'era Kamakura, precisamente nel 1330. Colui che porge la sua attenzione prima alla montagna e poi alla battaglia è il samurai Hakashinjitsu, soprannominato il demone per via della sua fama da guerriero imbattibile. Dopo aver colpito senza pietà diversi nemici, Hakashinjitsu pensa di nuovo per un attimo al drago della montagna, una distrazione che gli sarà fatale. Nell'aria vibra il suono malefico di un una spada che trafigge il grande samurai, provocandogli una morte quasi istantanea. Solo un attimo prima del decesso, il moribondo viene raggiunto dal suo signore e amico inseparabile Momokushi-sama, il quale riesce ad ascoltare le sue ultime e inspiegabili parole. Il dolore per la perdita del fedelissimo samurai lascia un vuoto immenso nel cuore di Momokushi-sama, che si ritrova a dover convivere non solo con il dolore della perdita, ma anche con un dubbio opprimente: che senso avevano le parole sussurrate dall'amico sul letto di morte? Possibile che fossero rivolte proprio a lui? Per poter risolvere l'enigma, Momokushi-sama inizierà un tormentato viaggio nella memoria, che lo porterà a rivivere i tanti momenti trascorsi con l'amico, le loro imprese, i successi in battaglia, ma soprattutto i piccoli episodi felici vissuti al di fuori delle responsabilità, come le tante partite a shōgi tra un combattimento e l'altro o le placide serate passate a contemplare lo spettacolo magico dai ciliegi in fiore. La prosa di Linda Lercari è limpida, diretta, poetica. Kaijin. L'ombra di cenere è una danza lieve e sensuale, che ondeggia tra passato e presente, corpo e anima, delicatezza e crudeltà, con il passo leggero e malizioso di una geisha ammaliatrice. E' ipnosi allo stato puro. E' Bellezza. Consigliatissimo!