L'isola del tesoro

«Sollecitato dal conte Trelawney, dal dottor Livesey e dal resto della brigata di scrivere la storia della nostra avventura all’Isola del Tesoro, con tutti i suoi particolari, nessun escluso, salvo la posizione dell’isola. e ciò perché una parte del tesoro ci è ancora nascosta, io prendo la penna nell’anno di grazia 17… e mi rifaccio al tempo in cui mio padre teneva la locanda dell’ “Ammiraglio Benbow” e il vecchio uomo di mare dal viso sfregiato da un colpo di sciabola prese per la prima volta alloggio presso di noi» L'incipit è di quelli perfetti per un romanzo d'avventura, in grado di introdurre in poche righe tutta la vicenda e contemporaneamente generare nel lettore quella stuzzicante curiosità che invoglia a divorare le pagine. Per la serie "mettetevi a sedere che ora ne vedrete delle belle". Confesso però che per me il romanzo di Robert Louis Stevenson, riletto a distanza di anni (lettura serale per mia figlia), ha perso un pò del suo fascino. Mia figlia ha comunque apprezzato, probabilmente è un romanzo che meglio si adatta ai gusti di bambini e ragazzi. D'altronde Stevenson non ha mai nascosto che l'ispirazione per il romanzo gliela ha data il figlio adottivo Lloyd, con il quale in un pomeriggio di pioggia disegnò per gioco un'isola, fantasticando assieme a lui sui luoghi della mappa e sui futuri personaggi. Il racconto che prendeva forma per il divertimento di un ragazzo dodicenne si è poi trasformato in una gran bella avventura. E allora cantiamo tutti insieme: «Quindici uomini sulla cassa del morto, yo-ho-ho, e una bottiglia di rum!» Voto: 7,5

Un classico d'avventura. Da leggere tutto d'un fiato!

Ottima scelta per ragazzi delle medie che si avvicinano al genere dell'avventura!