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Anno edizione: 2021
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Non un romanzo d’esordio ma un libro liturgico, non un diario intimo ma una confessione, un canto, una preghiera.
«Sono da sempre interessata ai nomi propri: influenzano il modo in cui percepiamo noi stessi e gli altri ci percepiscono. «Fatima» ha una forte connotazione religiosa. È così che si chiama l’ultima figlia di Maometto, una donna esemplare. Ho scelto che fosse il nome della mia protagonista, una ragazza lesbica cresciuta nella banlieue parigina, e di ribadirlo via via nella scrittura, non solo perché il libro è un romanzo ispirato alla mia biografia. L’ho fatto soprattutto perché mi interessava il conflitto interiore di una giovane musulmana che, pur avendo una fede profonda, non può soddisfare un modello femminile come quello rappresentato da Fatima.» – Fatima Daas, intervista a La Lettura - Il Corriere della Sera
“Mi chiamo Fatima”, così comincia ogni capitolo de La più piccola; talvolta, al nome, l’autrice alter ego della protagonista, aggiunge il cognome: “Mi chiamo Fatima Daas”. E via via arricchisce di dettagli la sua biografia. Fatima Daas, la mazoziya, la più giovane della famiglia, quella che avrebbe dovuto essere un maschio come Ahmad, suo padre, aveva sperato. Le sue due sorelle sono nate in Algeria. È l’unica a essere nata in Francia, con parto cesareo. Sua madre, Karmar, è una maestra nel suo Regno: la cucina. Ma soprattutto Fatima è musulmana, devota e schiava della sua religione. Religione nella quale vorrebbe trovare approvazione, un modo per essere accettata da omosessuale senza dover rinunciare alla fede. E così, a poco poco, con ritmo incalzante da rap ipnotico e una lingua asciutta, originalissima e misteriosa perché mescolata a parole arabe, il puzzle si compone: il suo amore per le ragazze e per Nina in particolare, i riti e i precetti dell’islam, i conflitti interiori, l’amore per Allah, il bisogno di consegnarsi a questo dio di fronte al quale Fatima si sente peccatrice. Ma la scrittura è una cura, il dolore che ne scaturisce a poco a poco si allevia, si intravede la luce della riconciliazione.
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