La lampada del diavolo

La mente e i suoi abissi, oscuri e insuperabili. Il poeta Francis, protagonista del romanzo, è ossessionato dal suo passato, dall'errore inconfessabile che gli ha fatto perdere il suo amico più caro. Ormai arrivato al suo ultimo inverno nella sua casa di Cleaver Square, rivive i tempi della guerra civile spagnola con continue apparizioni di Francisco Franco, il Generalissimo, che lo assilla con la sua sporca presenza. “Quello che temo di più è che mi considerino fragile. Fragile! È una parola che odio. Chiamatemi pazzo, piuttosto; ma fragile, no.” Patrick McGrath affronta la "Follia", nuovamente, nell'uomo ma anche la fragilità data dagli ultimi giorni di vita. Tutto ciò che era ben delineato ora è vacillante, instabile. Non ci si può fidare della storia raccontata da Francis, lui è inaffidabile. Il dubbio e quello che ci si domanda in ogni momento è se queste continue apparizioni siano in effetti vere o fittizie. Chi lo sa. È il bello di McGrath, che ti trascina nella mente malata dei personaggi e ti fa seguire il turbinio di emozioni e sensazioni da un punto di vista.. incerto.

Non era il libro che mi aspettavo. Non ha niente a che vedere con gli altri libri scritti dall'autore. Nel leggerlo non riuscivo a capire dove volesse arrivare né il senso della trama; ho capito tutto solo alla fine, leggendo la nota dell'autore. Forse sarebbe stata meglio metterla all'inizio, almeno il lettore sa più o meno cosa aspettarsi.

Con questo romanzo MaGrath ritrova la scrittura fresca e sarcastica dei primi suoi libri (Grottesco su tutti), l'ambientazione nei tragici ricordi della Guerra Civile spagnola ed il rimando nel titolo al lavoro di Goya, aggiungono fascino e spessore allo scorrere, con buonissima tensione, della storia. Consigliatissimo.