La delinquenza accademica

Otto scritti sull’università, tutti, ad esclusione di quello iniziale di Antonin Artaud che è del 1925, pubblicati negli anni della contestazione studentesca tra gli anni sessanta e settanta del secolo scorso. Gli scritti sono di: Theodore Roszak (“Se gli studenti vogliono conoscere le menti audaci della nostra epoca, è fuori dai confini dell’università che debbono cercarle.”),Jack Weinberg, Jerry Rubin (“Oggi in Amerika le scuole quelle superiori e l’università sono il più grosso ostacolo all’istruzione.” “I professori sono dei farisei, scrivono e parlano con pompose stronze parole scientifiche, in modo che la gente qualunque non capisca che non stanno dicendo un cavolo.” ”Noi sappiamo cos’è la libertà soltanto quando sentiamo il campanello che annuncia la fine delle lezioni”), Gabriel e Daniel Cohn-Bendit, Ralf Fabig e R. Oberlercher, Guido Viale (“Il sistema di cooptazione dei professori, i quali vengono scelti da altri professori sulla base di criteri insindacabili: Nepotismo, identità di vedute politiche, correnti filosofiche o culturali, sottogoverno, posizione nel mondo dell’industria.”). Questo volumetto, pubblicato nel 2021 nella collana PBM, diretta da Goffredo Fofi che scrive nell’introduzione: “Un mondo servile, infine, che non trova da tempo chi osa metterlo in discussione”. “Dicevano i vecchi maestri che il pesce puzza dalla testa, e nel fondamentale campo dell’educazione e della scuola, la testa è l’università.” “L’università di oggi produce quasi soltanto individui che non mettono in discussione il mondo in cui vivono”. Recuperare certi scritti è importante, soprattutto oggi, per capire quanto il linguaggio possa essere semplice, acuto e descrittivo senza precipitare in assurdi gerghi.