Telefono

Il romanzo viaggia su due binari, non sempre equidistanti (convergenze parallele le avrebbe definite Aldo Moro). Zach Wells è un geologo, paleontologo e professore universitario. Lui e la moglie Meg (vivono nei sobborghi di Los Angeles n California) devono accudire la figlia Sarah, 12 anni, da quando hanno scoperto che è affetta da una malattia genetica linfocitaria incurabile (morbo di Batten). Non v’è cura e i due coniugi sono costretti, con tremendo strazio, a vederla spegnersi lentamente. Questo binario sarà tranciato da Atropo, la più irremovibile delle tre Parche. Il secondo binario, se si vuole, è più lieto e con trama imprevedibile. Non è il message in a bottle, ma il message in a collar di una camicia che intriga al massimo Wells e lo spinge a indagare come Sherlock. In più di una camicia acquistata su eBay Wells trova un biglietto in spagnolo: “por favor ayudenos. No nos dejan hir”. Le richieste arrivano da Bingham, New Mexico. Quivi scopre che le camicie sono prodotte e spedite da El Paso, al confine col Messico e Ciudad Juarez. In questa cittadina messicana parla con un tenente di polizia, Deocampo, che gli conferma che nella sua zona sono scomparse 306 donne. Che si tratti di tratta degli schiavi? Wells rientra a Bingham e indaga su persone sospette nella zona, fingendosi un geologo in cerca di petrolio. Capisce anche di trovarsi in serio pericolo, poiché i responsabili di questi rapimenti di donne sono fuorilegge spietati. Per di più, proprio di là del confine, ci sono pure gli uffici dei cartelli della droga. Alla fine troverà un aiuto insperato in un gruppo di coriste. Finale esplosivo con fuochi d’artificio. Romanzo molto ben strutturato e scritto in modo scorrevole e intrigante. A metà strada tra un’indagine sociologica, su eventi sicuramente accaduti (non solo qui ma in tante parti del mondo, e non da oggi ma da millenni) e altamente probabili, e un poliziesco.

Capolavoro!

Una storia che si sviluppa sulla sfondo di un enorme dramma familiare; un po’ inverosimile, forse, ma la scrittura di Everett merita sempre una certa attenzione. Una piacevole lettura, anche se non un capolavoro.