Loveless

Adoravo recitare. Adoravo entrare in un personaggio e fare finta di essere un'altra persona. Adoravo
poter dire e fare delle cose che non avrei detto o fatto nella vita reale.

Spesso chiamata “l’orientamento invisibile”, l’asessualità — e ancor di più l’aromanticismo —
non è una tematica che viene affrontata spesso nella letteratura, in particolare in quella per ragazzi.
In Loveless, Alice Oseman, con la semplicità e la delicatezza che caratterizza tutte le sue opere,
rompe questi tabù, facendo un ritratto di uno dei tanti modi in cui si può vivere il proprio orientamento
sessuale e/o romantico.
Georgia Warr ha 18 anni e non ha mai baciato nessuno. Non è mai stata innamorata di nessuno. Eppure,
è innamorata dell’amore e forse, ora che sta per iniziare l’università, troverà finalmente la persona
giusta per lei, quella che le faccia battere il cuore e dimenticare come si chiama. Un po’ come
nei romanzi e nei film che tanto le piacciano, per poter vivere il suo per sempre felice e contenta.

Alla fine, era quello il problema dell’amore. Era così facile romanticizzarlo perché era ovunque.
Nella musica e in TV e nelle foto con i filtri di Instagram. Era nell’aria, fonte frizzante di possibilità
infinita. Era nelle foglie autunnali, nelle porte di legno fatiscenti, nell’acciottolato consumato e nei
campi piene di denti di leone. Era nello sfiorarsi di mani, nelle lettere scritte di getto, nelle lenzuola
stropicciate e nella luce dorata poco prima del tramonto. Uno sbadiglio soffice, una risata mattiniera,
due paia di scarpe allineate accanto alla porta. Uno sguardo dall’altro lato della pista da
ballo. Vedevo tutto questo, tutto il tempo, tutto intorno a me, ma quando mi avvicinavo restavo a
mani vuote. Come fosse un miraggio.

Una volta arrivata all’università, però, Georgia si rende conto che forse il suo per sempre felice e
contenta è diverso da quello che i media e la società le hanno sempre propinato. E quando sente per
la prima volta le parole aromantica e asessuale, finalmente le sembra di iniziare a capire e capirsi.
Non c’è niente di sbagliato in lei e non è la sola a sentirsi così.
Alice Oseman ha dato prova diverse volte di saper raccontare l’amore e il mondo dei giovani e giovanissimi
e Loveless non fa eccezione: nonostante il titolo, questo libro è pieno di amore, dimostrando
ancora una volta che esistono mille modi di amare. È un libro che fa riflettere, che fa interrogare
chi lo legge su cosa voglia dire davvero amare e se l’amore romantico non sia solo uno dei
tanti tipi di amore che possono rendere la nostra vita un po’ più piena.
Dovevo solo aspettare, e la mia grande storia d’amore sarebbe arrivata.
Intrecciando sapientemente la propria esperienza con le capacità narrative che la contraddistinguono,
Alice Oseman tesse una storia di scoperta, coming out e accettazione di sé diversa dal solito,
muovendo sul palcoscenico della Durham University Georgia e i suoi amici in una serie di
peripezie degne di qualsiasi commedia (a)romantica.
Ed è anche grazie ai personaggi che questo libro è così immediato e adatto ai più piccoli: una di
sgangherata banda di amici che si collocano in diverse parti dello spettro LGBT+, perché — come
sempre — la diversità è all’ordine del giorno, nei libri di Alice Oseman ed è bellissimo.
Un libro semplice, delicato e importante, dedicato a tutt? coloro che almeno una volta nella vita si
sono sentit? divers?, sbagliat? o incomplet?. Dedicato a chi ha bisogno di sentirsi capit?, a chi sta
ancora cercando di capirsi e a chi vuole capire il prossimo, per un futuro in cui nessuno debba vivere
i tormenti e i dilemmi della Georgia di inizio romanzo.
E se una volta terminato il libro sentite il bisogno di continuare a vivere nell’universo di Alice Oseman,
non disperate! Heartstopper (Mondadori), Solitaire (Newton Compton) e Radio Silence
(Mondadori) vi aspettano per continuare il vostro viaggio tra le pagine dell’Osemanverse.

Michela Cintioli