Ragazza, donna, altro

«È questo il problema di avere una figlia con la vista a raggi x

le ipocrisie dei genitori le vede benissimo»

Smascherare le ipocrisie, vedere a raggi x e sezionare la realtà: Bernardine Evaristo è vicina al sentire e ai problemi dei nostri tempi. A quelle questioni che emergono ascoltando le storie delle persone reali e che troppo spesso vengono evitate dai telegiornali e dalla letteratura.

Ragazza, donna, altro è infatti la storia di una comunità. Certo, ogni capitolo racconta di una donna e lo fa in modo autonomo. Ma le storie delle protagoniste si intrecciano, creando un senso di unione che vede il suo cuore pulsante nell’idea di femminismo inclusivo.

Di conseguenza, i legami tra le donne raccontate non sono prettamente narrativi, quanto piuttosto teorici. Sono donne discriminate, rigettate dalla società, accomunate dalla loro “diversità” (rispetto a quali standard, poi?), ma che non diventano mai vittime.

Donne spesso ribelli e anticonvenzionali, raccontate con uno stile ribelle e anticonvenzionale: la punteggiatura e la costruzione semantica creano un mondo a sé, con cui è impossibile non empatizzare. Bernardine Evaristo, in questo modo, presenta personaggi con cui dialogare. Sono donne che interrogano il lettore, senza una necessaria immedesimazione, ma tramite la proposta di una realtà differente da quella che siamo abituati a vivere e che, troppo spesso, al giorno d’oggi viene rifiutata o mascherata.

Un libro importante e attuale. Dodici storie scomode, mai pesanti o ripetitive: il lettore sentirà scorrere queste cinquecento pagine senza alcuna fatica, assorbito dalle vicende, dalle emozioni e dalla consapevolezza di essere davanti a qualcosa di indispensabile.

Recensione di Cristina Gimini

A cura del Master Professioni e prodotti dell’editoria - Collegio Universitario "Santa Caterina da Siena” in collaborazione con l’Università di Pavia