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Il continente bianco - Andrea Tarabbia - copertina
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continente bianco

Descrizione

Libro incluso tra i dodici candidati al Premio Strega 2023

«Fare il male, e pensare a qualcosa che si ama, alla bellezza persino.»

«Il libro di Andrea Tarabbia, Il continente bianco, ci dice un’altra cosa. Ci dice che, per quanto ci convinciamo che il male sia al di fuori di noi, un bel po’ sta anche dentro. Ed è ciò che ci spinge ad andare verso altro male, solo di gradazione diversa, solo più intenso.» - Alessandro Tacchino per Maremosso


Venticinque anni, bello come un Cristo e convinto che l'unica via per sopravvivere nel mondo sia un odio esercitato con calma e raziocinio, Marcello Croce è a capo di un movimento di estrema destra che annovera picchiatori, fanatici, ma anche teorici e figure dai tratti quasi metafisici - tutte accomunate dal fatto che, per loro, vivere è come trovarsi in guerra. Grazie anche alla connivenza con certi rappresentanti politici e alla condiscendenza con cui l'opinione pubblica, ormai, guarda a molti fenomeni legati al neofascismo, Croce porta avanti la sua idea di sovversione e, nel frattempo, frequenta Silvia, una donna della borghesia romana con la quale instaura un gioco di potere che li porterà alla perdizione. La vicenda è ricostruita da un narratore misteriosamente attratto da Marcello e curioso di capire che cosa muova coloro che, oggi, credono in un'idea superata e violenta e la vogliono attuare. Ma c'è di più. La storia di Silvia e della sua caduta era già stata raccontata nello splendido romanzo, rimasto allo stato grezzo, che Goffredo Parise scrisse alla fine degli anni Settanta, "L'odore del sangue". "Il Continente bianco" ne riprende temi e motivi, e sposta la vicenda ai giorni nostri, conservando nel rapporto morboso tra Silvia e Marcello la metafora potente del fascino che certe idee hanno esercitato, ed esercitano, sulla borghesia italiana. Andrea Tarabbia, autore di "Madrigale senza suono", scrive un romanzo sul potere, a volte funesto, che abbiamo sugli altri e ci regala un ritratto di un gruppo di persone - e forse di un Paese - che danzano sull'abisso.

Proposto da Daria Bignardi al Premio Strega 2023 con la seguente motivazione:
«È un romanzo forte, elegante, complesso, sul fascino del male ma soprattutto sul fascino della letteratura e dello scrivere. La storia di Silvia, la moglie perduta del dottor P. rubata a Goffredo Parise dell’Odore del sangue e reinventata con un’operazione raffinata e – mi viene da dire – pericolosa quanto affascinante, da Andrea Tarabbia, penso meriti l’attenzione del Premio. È un libro sul Male che fa male non solo per gli ambienti estremi e i personaggi bui e contorti che evoca, anzi, decisamente non per quelli, ma per come una storia scritta tanti anni possa rimanere viva, pericolosamente viva, quando a guardarla, a rileggerla, a tornarci dentro, è uno scrittore letterariamente audace come Tarabbia. Ecco, è questo soprattutto che mi ha colpito di questo lavoro originalissimo anche nella struttura: è vivo come un animale pericoloso, come il serpente che segue il narratore all’inizio del libro. Ho scritto molte volte la parola pericolo, me ne rendo conto, ma è la parola che meglio esprime la sensazione che mi ha lasciato questo romanzo e che vorrei condividere coi lettori giurati dello Strega, anche per affrontarla e comprenderla insieme.»

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Dettagli

3
2022
23 agosto 2022
252 p., ill. , Brossura
9788833935706

Valutazioni e recensioni

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Luca
Recensioni: 5/5
Bruttissimo

Uno dei libri più brutto che abbia mai letto...senza un vero finale poi...

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Nick
Recensioni: 1/5
Limitato

Per essere un candidato al premio mi lascia interdetto. Storia un po’ inverosimile e con numerosi luoghi comuni. Non mi è piaciuto il livello introspettivo con uno psicoterapeuta con più problemi del paziente…personaggi descritti sommariamente e trama inconsistente.

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elide apice
Recensioni: 3/5
il continente bianco e la violenza

Marcello è il protagonista che parte lì dove Parise si era fermato ne “L’odore del sangue”, Il “Continente bianco” indaga nel sentimento di odio, nella violenza, nello squadrismo del neofascismo e lo fa attraverso il protagonista convinto che solo l’odio è al centro della vita, delle vite. È in analisi da un analista che in qualche modo in barba alla deontologia professionale finirà per fargli confidenze e della cui moglie diventa amante. Dal nucleo narrativo di “L’odore del Sangue”, incompiuto di Parise, parte una narrazione che fa entrare il lettore nel “continente bianco” costituito da squadristi violenti e capace di sopraffare gli altri con immane violenza.

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Recensioni

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Voce della critica

Recensioni dal Premio BPER Banca per la migliore recensione dei libri del Premio Strega Giovani.

Il mondo raccontato in “Continente bianco” è cruento, imperfetto e vi regna il “male”. Un po' come il mondo vero, un continente invece nero, dove quotidianamente ci confrontiamo con la guerra, la povertà e le disuguaglianze.

È un libro che racconta il dramma dell’incomunicabilità. In un gioco di specchi con la storia di Parise, si staglia la figura del paziente Andrea, un eroe-rovesciato, moderno nelle sue insicurezze e titubanze del vivere, indeciso e insicuro a tutto, ma anche alla costante ricerca di esperienze stimolanti che lo distraggano dai suoi frequenti momenti di noia.
È un libro sul terrore e sulla violenza, sul potere della soggiogazione, che la storia ripropone in forme diverse e tristemente uguali.
Il lettore è costantemente sollecitato a meditare sul tema del dolore, della sofferenza di non riuscire a trovare una via d’uscita o di rimanere passivo di fronte agli eventi: “Che cos’è il dolore” chiede Marcello al suo interlocutore, ma non trovando risposta prosegue dicendo: “Chi può fuggire, fugge. Ma chi rimane ha soltanto due possibilità: se si lascia andare muore; se odia, se trova un nemico e lotta, vive.
È anche un libro di rinascita, nel voler trovare una forma di resistenza costruttiva al male, come nella frase “Dove il teschio canta torneranno i fanti, torneranno le bandiere”, riportata nel capitolo suggestivamente intitolato “Una guerra è in arrivo”. Qui, senza cedere a nessun patetismo, viene raccontata la storia come incontro e scontro di diverse visioni del mondo e l’inganno, vissuto per un tempo che sembra ancora non finire, di attribuire il riconoscimento di un popolo al sangue, per cui chiunque sfugga a determinate caratteristiche, può essere considerato diverso e solo, per cui ognuno deve rimanere al proprio posto, senza “infettare” gli altri popoli. Un discorso che chiamiamo pulizia etnica, che viene costantemente ripescato dalla cultura e dalla politica, quando si vogliono allontanare gli immigrati, utilizzando le armi della violenza e del terrore.
L’autore descrive perfettamente la “paura dell’uguaglianza” che riguarda tutti, che spinge a una così precisa categorizzazione, per cui “ciò che è mio mi rende la persona che sono” e spinge ad assimilarsi ad un gruppo che si sente uguale a se stessi, fintamente riparati dai rischi del sentirsi diversi.
Senza fronzoli Tarabbia infonde al lettore la sensazione di ritrovarsi faccia a faccia con una realtà che, spesso, bellamente si ignora e da cui si vuole rifuggire. Queste pagine invece ci inchiodano con le spalle al muro, interrogano la nostra coscienza, soprattutto quella di noi giovani. Ci inducono a studiare meglio la storia, a capirne dinamiche e passaggi fondamentali spesso ignorati, per poterci poi sentire schierati e arruolati in una vocazione di impegno civile, etico e democratico. Siamo pronti.

Sofia Scialoia

Liceo Scientifico “Pasquale Stanislao Mancini” classe 3°A

Insegnate referente: Maria Libera Lo Russo

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Recensioni dal Premio BPER Banca per la migliore recensione dei libri del Premio Strega Giovani.

Ceren Acar

III C Liceo Imi Istanbul Turchia

Docente referente Lucia Gerbino

L’immagine di copertina del nuovo romanzo di Andrea Tarabbia (Il Continente Bianco, Bollati Boringhieri 2022) è la fotografia di uno dei famosi “cementi” di Arcangelo Sassolino, artista tra i più innovativi e radicali del panorama dell’Arte contemporanea. Si tratta di una scultura in metallo, che potrebbe assomigliare al muso feroce di un lupo – un animale dei boschi dice il narratore – con denti aguzzi e potenti, capace, se azionato – lo si può vedere online – di stritolare il femore di un toro, frantumandolo e facendo gocciolare gli umori dell’osso sul pavimento. È un’opera che perlustra, per molti aspetti, l’origine crudele della vita, perché ci mostra come la vita sia condannata, per essere ciò che è, a consumare la vita stessa, fino a stritolarla, a polverizzarla. Figurante sembra in questo senso rinviare a quella sorta di potenza animale originaria e primigenia,che è sempre presente nella coscienza di ciascuno di noi, magari dormiente o sublimata, dentro ogni gesto, ogni parola, ogni respiro della vita. Figurante, dunque, nella narrazione di Tarabbia, si trova appeso a una parete della casa/studio di uno psichiatra e analista, il dottor P., di cui l’io narrante è, appunto, un paziente. Una presenza evidentemente poco rassicurante nell’anticamera di uno studio medico: «Prendo soltanto pazienti che sono in grado di trascorrere qualche minuto da soli in sua compagnia» dice il dottor P. Una battuta che rivela in realtà qualcosa di decisivo nel dipanarsi del racconto: essere in grado di stare da soli vicini a Figurante significa infatti essere disposti a fare i conti con quella dimensione misteriosa, inquietante e al tempo stesso attraente e fascinosa, l’animalitas, cui la scultura rinvia e di cui la cronaca, che l’io narrante si appresta a raccontare su un postumo libro di Goffredo Parise, "L’odore del sangue", è una testimonianza per molti aspetti estrema.

Il narratore è dunque un paziente del dottor P. ed è uno scrittore che si chiama Tarabbia, il quale si auto-descrive come un uomo mite, ai limiti dell’ordinario, che forse si affida al dottor P., anche per comprendere una sua incapacità, o meglio, quello che lo scrittore stesso definisce come un suo fallimento. E il “continente bianco” rappresenterebbe una formazione di destra dell’antropologia estremista romana, immaginata gia' nel libro di Parise, capeggiata da Marcello Croce, l’amante di Silvia, di cui fanno parte picchiatori, fanatici, politici e teorici del sangue che vivono, tra violenze ed esecuzioni gratuite. Al Lettore non resta che rispondere ad una sola domanda dell' Autore: “Una guerra è in arrivo, tu da che parte stai?

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Conosci l'autore

Andrea Tarabbia

1978, Saronno

Andrea Tarabbia, nato a Saronno nel 1978, russista di formazione, è docente di letteratura comparata presso l’Università di Bergamo. Ha pubblicato i romanzi La calligrafia come arte della guerra (Transeuropa, 2010), Marialuce (Zona, 2011) e Il demone a Beslan (Mondadori, 2011), il saggio Indagine sulle forme possibili (Aracne, 2010), l’e-book La patria non esiste (Il Saggiatore, 2011), Madrigale senza suono (Bollati Boringhieri, 2019) e Il continente bianco (Bollati Boringhieri, 2022) candidato al Premio Strega 2023. Oltre a scrivere sulla rivista Il primo amore, pubblica articoli per Liberazione, Gli altri, Nazione indiana.

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