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Album che merita molto! Il giusto equilibrio tra "Destinazione Paradiso" e "La fabbrica di plastica". Tra il rock, la melodia e l'impronta psichedelica si riesce a vedere la vera anima dell'artista
il rock di grignani in quest' album prende più equilibrio anima musicalmente sdippiata dall'intimo acustico colmo di mostruosapoesia al distorto urlo di rabbia e ribellione a quasi tutto quello che ci circonda e ke tende a soffocarci dentro secondo me è il sound più vicino all'artista a volte più geniale della fabbrica di plastica..cmq considero la dicografia di grignani tutta un capolavoro
Se nel vendutissimo "Destinazione Paradiso" troviamo già il Grignani di adesso e nello spiazzante "La Fabbrica di Plastica" troviamo invece una sua vena rock poi repressa per sempre per motivi commerciali, questo disco rappresenta una sorta di "inversione di marcia" da parte del cantautore milanese che torna verso melodie più armoniche e ballads da luminaria. Ad essere sinceri, come un novello Dottor Jekyll/Mr. Hyde anche il Grigna in questo lavoro si lascia talvolta prendere la mano dalla propria indole rockettara, specialmente in "Dalla Cucina al Soggiorno" e nel delirante finale della stupenda "Scusami Se Ti Amo", ma in generale si può affermare che la folle psichedelia dell'album precedente sia già sepolta. In generale "Campi di Popcorn" è comunque un'ottimo album, ben sorretto da alcune melodie rock davvero apprezzabili ("La Canzone" e "Mi Piacerebbe Sapere"), fresco, originale ed anche ben suonato che ha forse l'unica pecca di mancare un po' di spessore in alcuni passaggi e nel finale.
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