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Tikkun o la vendetta di Mende Speismann per mano della sorella Fanny
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Tikkun o la vendetta di Mende Speismann per mano della sorella Fanny - Yaniv Iczkovitz - copertina
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Tikkun o la vendetta di Mende Speismann per mano della sorella Fanny

Descrizione


Un romanzo accolto in Israele da uno straordinario successo di critica e pubblico, che ha svelato sulla scena letteraria internazionale il talento di Yaniv Iczkovits.

«Una storia d'avventura come poche nella letteratura ebraica moderna, semplicemente un romanzo eccezionale»Yaron London

Nel 1894, nelle terre «sul confine» dell'Impero russo, le comunità ebraiche sono in fermento. I pogrom divampano e gli uomini partono. C'è chi raggiunge l'America per aprire la strada alla famiglia a New York; chi finisce a baciare le "mezuzot", gli astucci affissi sulle porte delle case degli ebrei, nei bordelli di Kiev; chi si trasferisce in Palestina dove lo aspetta un colpo di sole. Abbandonate tra false promesse e seduzioni ingannevoli, le donne sguinzagliano investigatori alla ricerca dei fedifraghi, per carpire loro almeno una pergamena di divorzio firmata e convalidata secondo la legge religiosa. Mende Speismann no. Rassegnata al suo triste destino di moglie senza marito, Mende si lascia cadere nel fiume Yaselda. Zvi Meir Speismann, il consorte, strambo venditore ambulante che non ha mai mosso un dito per convincere i passanti ad accostarsi al carro delle sue merci, è sparito nel nulla. Prima della sua partenza, Mende credeva di aver toccato il fondo, visto che in casa mangiavano soltanto pane nero e patate non sbucciate. Ora, però, è precipitata in un abisso senza fine. Per sua fortuna, una volta alla settimana Fanny Keismann, la sorella minore, la viene a trovare. Prima di sposarsi, Fanny era una "shochetet", una macellaia rituale. Aveva ricevuto in dono a dodici anni il suo primo coltello da macellazione dal padre, dimostrando un talento raro in quell'arte che si tramanda in famiglia da generazioni. Da tempo ha ormai riposto i coltelli per dedicarsi al marito e ai cinque figli, ma davanti alla fuga del cognato e alla triste rassegnazione della sorella, Fanny capisce che non può restare con le mani in mano. Una notte, dopo aver baciato i bambini, lascia la sua abitazione e si prepara ad affrontare un lungo viaggio animata da un solo desiderio: arrivare fino a Minsk, dove pare si sia rifugiato Zvi Meir, e metterlo in ginocchio. In un crescendo di rocambolesche avventure, coi suoi riccioli biondi e sul volto lo sguardo da "wilde chayeh", da bestia selvaggia, Fanny finirà col minare le fondamenta stesse dell'Impero russo. Romanzo accolto in Israele da uno straordinario successo di critica e pubblico, vincitore del Premio Agnon – il premio in onore di Shmuel Yosef Agnon, unico Nobel israeliano – assegnato per l'occasione dopo dieci anni, "Tikkun" ha svelato sulla scena letteraria internazionale il talento di Yaniv Iczkovits.
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Dettagli

2018
24 maggio 2018
292 p., Brossura
9788854515963

Valutazioni e recensioni

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AdrianaT.
Recensioni: 4/5
A ognuno il suo

Beh, non mi metto a fare comparazioni con gli illustri predecessori e contemporanei: mi perderei. Questo scrittore israeliano sa il fatto suo; è relativamente giovane ed è un degnissimo erede e prosecutore del talento unico e tanto diffuso nei figli di Israele dai tempi della Torah. «Era una donna, e come ogni donna conteneva in sé la promessa di una consolazione. O almeno così credeva Novak, prima di vederla sgozzare due agenti.» Qualcuno una volta mi rimproverò di avere il pregiudizio (positivo) che gli ebrei abbiano la scrittura nel genoma. Non posso certamente escludere che esistano scrittori di origine ebrea mediocri, è che non mi viene in mente un singolo nome da fare. Forse ho la memoria corta, o solo fortuna, oppure so scegliere bene. Anche se di pregiudizio si trattasse, mi sembra sia evidente che, per attitudine, studio, esperienza, pratica e cultura - da qualsivoglia angolo del globo si esprimano - abbiano una marcia in più, tanto quanto gli inuit a costruire igloo. «I figli del popolo eletto non scalano montagne, non passeggiano per sentieri e si sgranchisco le ossa solo una volta al giorno, verso sera. Per loro, il lavoro più nobile è studiare, e il comandante più potente è colui che domina il suo istinto. Trascurano il corpo per dedicarsi a elevare lo spirito, perché sono convinti che è meglio uno spirito sano in un corpo malato, che uno spirito malato in un corpo sano. Chi vuole intendere intenda.» Ben congegnato, avventuroso, appassionante e condito con gustosa ironia.

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AliceInB
Recensioni: 5/5

Siamo in territorio russo al tempo dei pogrom, nel 1894. L’impero russo è impegnato su due fronti nel contenimento della popolazione ebraica, l’ostracismo (l’allontanamento in ghetti) e il rapimento/reclutamento di giovanissimi figli ebrei per essere riconvertiti in militari russi da utilizzare nell’adempimento delle missioni di combattimento attraverso un vero e proprio lavaggio del cervello. Nel frattempo, le piccole popolazioni ebraiche residenti cercano di sopravvivere racchiuse in sé stesse e mantenendo le proprie usanze. Questo è il contesto in cui si svolgono i fatti. Ci sono due sorelle, Fanny e Mende, la prima forte e determinata, la seconda debole e remissiva. Il libro inizia con la lettura di un giornale di annunci nel quale le mogli cercano i propri mariti; Mende è una di queste, il marito è fuggito di casa lasciandola poverissima con due bambini. Lei non ce la fa, tenta il suicidio, poi resta immobile ad aspettare allungata in un letto. “Succede che le persone si distacchino dalla realtà per sprofondare nel domani o nello ieri, in sogni e angosce”. Fanny è diversa. Inizia una bizzarra e incredibile, al limite dell’inverosimile, ricerca del marito di Mende. Dalla semplice spedizione fai da tè alla ricerca del marito di Mende, Fanny diviene braccata, tacciata per brigante, calunniata, inseguita, venduta dagli ufficiali russi. Cercano di ucciderla e non ci riescono, ma finiscono per autoflagellarsi e, nonostante tutto, lei continua nella sua ricerca. Tutto è talmente tanto assurdo, sorprendente, fuori dell’immaginario. Fanny si ritrova in situazioni in cui si pensa che non ci sia via d’uscita se non la morte o peggio. Fanny è una dolce, mansueta, ragazza ebrea che non teme di usare il coltello per difendersi, quando serve, e scopre che non può contare su nessun altro. È “La voce di una donna per bene che desidera ringraziare il Santo Benedetto Egli Sia per avergli elargito la sua misericordiosa generosità". Tikkun: vendetta o riparazione?

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Marco
Recensioni: 4/5

Apparentemente una " armata Brancaleone " ebraica a tratti assurda , a tratti profonda. Al termine della lettura , però, non si può non rimanere affascinati dai pensieri che ogni personaggio esprime nella propria intimità, da una parte all'altra della barricata. Un racconto picaresco in chiave ottocentesca. Una vera sorpresa ...

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Yaniv Iczkovitz

Yaniv Iczkovitz (1975) è uno scrittore israeliano. I suoi romanzi si sono aggiudicati diversi premi, tra cui il premio Agnon e il premio Ramat Gan per l’eccellenza letteraria. Iczkovitz ha un dottorato in filosofia conseguito alla Columbia University e ha scritto un libro basato sul suo lavoro accademico intitolato Wittgenstein’s Ethical Thought (Palgrave Macmillan, 2012). In Italia ha pubblicato Batticuore (Giuntina, 2010) e Tikkun o la vendetta di Mende Speismann per mano della sorella Fanny (Neri Pozza, 2018).

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