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Anno edizione: 2012
Anno edizione: 2013
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«Da molti anni desideravo scrivere dei Finzi-Contini – di Micòl e di Alberto...»
Pochi romanzi italiani del Novecento sono entrati così profondamente nel cuore dei lettori come Il giardino dei Finzi-Contini, un libro che è riuscito a unire emozioni private e storia pubblica, convogliandole verso un assoluto coinvolgimento narrativo. Un narratore senza nome ci guida fra i suoi ricordi d'infanzia, nei suoi primi incontri con i figli dei Finzi-Contini, Alberto e Micòl, suoi coetanei resi irraggiungibili da un profondo divario sociale. Ma le leggi razziali, che calano sull'Italia come un nubifragio improvviso, avvicinano i tre giovani rendendo i loro incontri, col crescere dell'età, sempre più frequenti. Teatro di questi incontri, spesso e volentieri, è il vasto, magnifico giardino di casa Finzi-Contini, un luogo che si imbeve di sogni, attese e delusioni. Il protagonista, giorno dopo giorno, si trova sempre più coinvolto in un sentimento di tenero, contrastato amore per Micòl. Ma ormai la storia sta precipitando e un destino infausto sembra aprirsi come un baratro sotto i piedi della famiglia Finzi-Contini.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
La promulgazione delle leggi razziali sancì l’inizio della fine per il popolo ebreo. Da un giorno all’altro persone normali si trasformarono in un nemico contro il quale combattere, allontanate da qualsiasi contesto sociale, costrette a vivere nell’ombra prima e a subire il peso della deportazione poi, si ritrovarono ben presto a perdere la propria identità di persona. I Finzi-Contini sono una famiglia facoltosa, abituata a vivere defilata, proprietaria di una grande villa che si rivela essere una vera fortezza, separata dal contesto urbano da un alto muro e da un cancello al di là dei quali si apre un mondo. Un gruppo di giovani si confronta con le problematiche legate alla propria età. Nel giardino, tra una partita di tennis e l’altra, si parla di politica, di cultura, di desideri. Ed è sempre qui che sbocciano i sentimenti, come quelli che legano l’anonimo narratore a Micòl, della quale si innamorerà senza, però, essere ricambiato. Suddiviso in sezioni, il romanzo si sviluppa scandendo precisamente ciascun avvenimento. Lo stile della prosa è curato nei dettagli, ricercato, descrittivo e il ritmo narrativo, volutamente lento, mette in luce ogni aspetto, ogni giornata, ogni più piccolo evento. Il lettore non può restare indifferente dinanzi a questa scrittura. Pagina dopo pagina si respira tristezza. Alla crescita dei personaggi si accompagna un senso di morte. Un romanzo di formazione duro, specchio del periodo storico nel quale è ambientato. Una lettura che sa arrivare dritto al cuore.
bella storia e scritto ancora meglio
Bassani ci fa entrare nelle mura di una villa di proprietà di una famiglia che di lì a qualche anno sarebbe stata travolta dalla spirale del fascismo. L'amore lontano del narratore per la giovane e il rammarico nel suo racconto rendono il libro tanto triste quanto necessario. Da leggere assolutamente.
Recensioni
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