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Sembrava bellezza - Teresa Ciabatti - copertina
Sembrava bellezza - Teresa Ciabatti - 2
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Sembrava bellezza

Descrizione


Libro incluso tra i dodici candidati al Premio Strega 2021
Sembrava bellezza è un romanzo sull'impietoso trascorrere del tempo, e su come nel ripercorrerlo si possano incontrare il perdono e la tenerezza, prima di tutto verso se stessi. Un romanzo di madri e di figlie, di amiche, in cui l'autrice, con una scrittura che si è fatta più calda e accogliente, senza perdere nulla della sua affilata potenza, mette in scena con acume prodigioso le relazioni, tra donne e non solo. Un romanzo animato da uno sguardo che innesca la miccia del reale e, senza risparmiare nessun veleno, comprende ogni umana debolezza.

Ad accoglierci tra le pagine di questo romanzo è una donna, una scrittrice, che dopo essersi sentita ai margini per molti anni ha finalmente conosciuto il successo. Vive un tempo ruggente di riscatto, che cerca di tenersi stretto ma ogni giorno le sfugge un po' di più. Proprio come la figlia, che rifiuta di parlarle e si è trasferita lontano. Combattuta tra risentimento e sgomento per il tempo che si consuma la coglie Federica, la più cara amica del liceo, quando dopo trent'anni torna a cercarla. E riporta nel suo presente anche la sorella maggiore Livia – dea di bellezza sovrannaturale, modello irraggiungibile ai loro occhi di sedicenni sgraziate –, che in seguito a un incidente è rimasta prigioniera nella mente di un'eterna ragazza. Come accadeva da adolescenti, i pensieri tornano a specchiarsi, a respingersi e mescolarsi. La protagonista perlustra il passato alla ricerca di una verità, su se stessa e su Livia, e intanto cerca di riafferrare il bandolo della propria esistenza ammaccata: il lavoro, gli amori. Livia era e resta un mistero insondabile: miracolo di bellezza preservata nell'inconsapevolezza? O fenomeno da baraccone? Avvolti nelle spire di un'affabulazione ammaliante, seguiamo la protagonista in un viaggio che è insieme privato e generazionale, interiore e concreto. E mentre lei aspira a fermare l'attimo per non perdere la gloria, la sorte di Livia è lì a ricordare cosa può succedere se la giovinezza si cristallizza in un presente immobile: una diciottenne nel corpo di una cinquantenne, una farfalla incastrata nell'ambra.

Proposto da Sandro Veronesi al Premio Strega 2021 con la seguente motivazione:
«Sembrava bellezza di Teresa Ciabatti è una lezione di letteratura narrativa, per tutti quelli che ancora non hanno smesso di esercitarsi nel fallimentare tentativo di tenere separate, nei romanzi, verità e finzione. È un racconto talmente colmo di menzogne – la prassi della comunicazione tra gli esseri umani, insieme al nascondimento, al malinteso, alla reticenza, alle omissioni – che alla fine rasenta la più intima delle confessioni. È un romanzo straziante, perché è uno strazio ritrovarsi a vivere tutta la vita in un corpo così lontano dal canone condiviso della bellezza; ed è un romanzo esilarante, la cosa più vicina ai libri di John Fante che mi sia mai capitato di leggere. È un romanzo che spazia dalla vitalità alla morte, soffermandosi in quella zona grigia che viene spesso trascurata, quella della quasi-morte, della regressione, della demenza, che a volte diventano abiti sorprendentemente comodi da indossare. È un romanzo sulla meravigliosa vertigine della mitomania. Ma soprattutto, come ho detto, è una lezione sull’unica verità possibile in letteratura, quella fatta di nomi, predicati, avverbi e aggettivi scelti e composti con tale maestria da rendere inutile sapere altro. Per tutte queste ragioni mi pregio di presentare Sembrava bellezza di Teresa Ciabatti alla LXXV edizione del Premio Strega.»
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Dettagli

2021
26 gennaio 2021
240 p., Rilegato
9788804735243

Valutazioni e recensioni

3,76/5
Recensioni: 4/5
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Vally
Recensioni: 1/5
Odioso

Sono riuscita a finirlo, anzi mi ha tenuto incollata alle pagine fino al termine della storia. E mi chiedo perché... Forse in quanto anch'io ero adolescente negli anni Ottanta e nel libro vi ho trovato riferimenti ed abitudini. Ma credo, in particolar modo, per l'angoscia che cresceva, e a cui speravo vi fosse rimedio prima della conclusione della lettura. La protagonista è una vittima perenne, nonostante la crudeltà delle azioni da lei commesse ai danni degli altri, visti costantemente come suoi aguzzini. E si compiace, leccandosi le ferite, della sua crudeltà. Si descrive mostruosa e così si conferma nella narrazione. La psicoterapia non è mai servita! Quasi a dire che nulla tampona e rimargina. E non ritengo sia così.

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VERONICA
Recensioni: 5/5
Forte

E' una scrittura forte, prepotente, un messaggio diretto senza troppe metafore. La protagonista confonde realtà e finzione, illusione e convinzione; omette parti della sua vita e ne aggiunge di nuove mai vissute realmente. Durante la lettura ci si attacca a questo personaggio un pò duro, cattivo a tratti, lo si riesce a comprendere anche, lo si perdona.

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Taoteching
Recensioni: 3/5
Scrittura emotiva

Un bel flusso narrativo vale tre stelle, non di più, forse avevo troppe aspettative

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Recensioni

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Voce della critica

L’espressione “libro più atteso” è talmente abusata da essere svuotata di ogni valore, non importa se si parla del più atteso del mese, della stagione o dell’anno: il lettore avveduto tenderà a saltarla prima ancora di lasciarla approdare nel suo campo cognitivo. Si tratta di uno svuotamento tale da rendere necessario questo stesso preambolo, così da far capire che per una volta si parla sul serio. Cominciamo, allora, dal primo libro per me più atteso di questo 2021: Sembrava bellezza di Teresa Ciabatti, appena uscito per Mondadori. Qualcuno ricorderà lo svolgimento del Premio Strega 2017, dove Ciabatti concorreva col precedente La più amata; io lo ricordo bene, essendo stato tra i concorrenti. Ciabatti partiva da favorita, ma per un processo prettamente italiano, anzi prettamente da campo letterario italiano, tale condizione di vincitrice annunciata finì per danneggiarla. Vinse Paolo Cognetti con le Otto montagne, e a quel punto l’atteggiamento del campo letterario italiano si ribaltò di nuovo (va da sé che la banal verità era che entrambi i libri valevano molto): tutti a snobbare il vincitore e a elogiare la smodata sincerità ciabattiana, la sua voce cui improvvisamente si riconosceva l’inconfondibilità. Così oggi non sono più tra i pochi ad attendere con trepidazione un nuovo libro di Teresa Ciabatti: siamo diventati legione, e Sembrava bellezza non tradisce le aspettative. Una delle prime verità che deve interiorizzare un aspirante scrittore è che essere reticente o migliorarsi, in narrativa, non paga mai: chi usa sé stesso, o i fatti propri, deve calare le braghe con la massima determinazione e quando possibile peggiorarsi. Ecco, anche se nella comunicazione social Ciabatti ha dismesso i panni della “persona cattiva” (facendosi anzi generosa madrina di nuovi talenti come Jonathan Bazzi o Josephine Yole Signorelli), sulla pagina si è, se possibile, snudata ancor più del solito, e ha settato su un tono ancor più impietoso la luce del riflettore, con una demonica percolazione delle sue ossessioni più profonde, su tutte quella per la trasmutazione mediatica del sé in oggetto del desiderio, capace di arrivare all’invidia per le ragazze rapite, scomparse, probabilmente uccise, come Emanuela Orlandi o Mirella Gregori. Una Ciabatti in purezza, che ci conduce per mano in una riflessione sullo scorrere del tempo e sul perché l’adolescenza – almeno per chi è nata donna nel secondo Novecento – è in ultimo la fonte di ogni dolore, ma anche di ogni mitopoiesi.

Recensione di Vanni Santoni

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La stessa esperienza ha tante versioni quante le persone che l’hanno vissuta.
Ognuno individua dolore e gioia dove non li individuano gli altri.

Ecco le prime parole che mi hanno colpita nel leggere questo libro insolito, doloroso e profondo di Teresa Ciabatti. Vera autobiografia? O versione romanzata di una realtà che appartiene, in fondo, a tutti noi: l’aver vissuto con confusione, angoscia, insicurezza e rabbia le nostre adolescenze. E quanti di noi ne sono usciti illesi? Nessuno, probabilmente.

A proposito di memoria, di ciò che trattiene e di ciò che lascia andare. A proposito della sua arbitrarietà: non è vero che per istinto di sopravvivenza dimentichiamo quel che ci ha fatto male in quanto, se riportato alla mente, continuerebbe a rinnovare il dolore…

E le cose non sono certo andate meglio per la protagonista e voce narrante di questo romanzo la quale, come una moderna Penelope, intreccia e disfa la tela dei ricordi – veri, falsi, indotti? – avanti e indietro nel tempo. Lei, ragazzina arrivata a Roma dalla Maremma reduce dalla separazione dei genitori, proiettata nel mondo dorato del liceo Mameli dei Parioli, confusa in quella ‘mandria’ di giovanissimi, biondi e ricchi rampolli dell’alta borghesia dell’Urbe; lei goffa e asimmetrica, grassa e sgraziata – ma era davvero così? – appiccicata all’amica Federica, in adorazione della sorella maggiore di costei, Livia, la bellissima e corteggiatissima ragazza di tutti.

Ora, donna fatta, addirittura alle soglie della menopausa, diventata una scrittrice famosa – ma in realtà quanto famosa? Da e per quanto tempo? – sposata e separata, madre di una figlia ventenne con la quale non riesce a relazionarsi, una figlia che la rifiuta e che lei rincorre con disperazione, si scopre a inseguire il ricordo di se stessa adolescente, a tentare di ricostruire, pagina dopo pagina, un passato cristallizzato nel tempo, quella parte di lei che non ha mai abbandonato i sedici anni e gli avvenimenti di quel periodo della sua vita; quella ragazza che avrebbe voluto scomparire in una fantomatica botola all’interno di un camerino di un negozio di abbigliamento (come alla fine degli anni ‘80 qualcuno fantasticava fosse accaduto a Emanuela Orlandi), che avrebbe voluto vivere, almeno una volta e non importa come, un momento di celebrità e riconoscimento:
Immaginare non è forse ricordare? Di più: le immagini che risalgono dall’inconscio – sogno o veglia che sia – non sono forse accadimenti censurati?

Con inusitata maestria, Teresa Ciabatti costruisce, con una scrittura perfetta e sincopata, un racconto complesso e articolato fatto di rispecchiamenti, espiazione, trasferimento di affetti, follia e intriso di una sofferenza legata a quel desiderio, comune a ogni essere umano, di non invecchiare mai, alla percezione di noi stessi eternamente giovani anche nel momento in cui uno specchio ci mostra gli anni che ci portiamo addosso. La narrazione della vita della protagonista si dipana dinnanzi agli occhi del lettore come in una libera associazione freudiana, coprendo e svelando una pretesa di essere ciò che in realtà lei non è, sorprendendoci a ogni pagina.

 

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Conosci l'autore

Teresa Ciabatti

1972, Orbetello

Teresa Ciabatti, nata e cresciuta a Orbetello, vive a Roma. Dopo la laurea in lettere moderne ha frequentato la scuola Holden di Torino.Nel 2002 pubblica il suo primo romanzo Adelmo, torna da me (Einaudi Stile libero) dal quale è stato tratto il film del 2005 L'estate del mio primo bacio. Successivamente scrive: I giorni felici (Mondadori, 2008), Il mio paradiso è deserto (Rizzoli, 2013), Tuttissanti (Il Saggiatore, 2013). Nel 2017 viene pubblicato La più amata (Mondadori), il libro viene proposto al premio Strega 2017 e arriva tra i finalisti.Ancora, tra i suoi testi si ricordano: Matrigna (Solferino, 2018) e Sembrava bellezza (Mondadori, 2021). Collabora con "Il Corriere della Sera" e con "la Lettura".

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