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Middlegame - Seanan McGuire - copertina
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Middlegame

Descrizione


Dalla vincitrice dei premi Nebula e Hugo un romanzo di gemelli, alchimia e società occulte.

Ecco Roger. Ha un vero dono per le parole, comprende istintivamente ogni linguaggio e sa che è il potere delle storie a regolare i meccanismi dell'universo. Ed ecco Dodger. È la sorella di Roger, la sua gemella per la precisione. Anche lei ha un dono, per i numeri: sono il suo mondo, la sua ossessione, il suo tutto. Qualunque cosa le si presenti alla mente, Dodger la elabora con il potere della matematica. I due fratelli non sono propriamente umani, anche se non lo sanno. Non sono neanche propriamente divini. Non del tutto… non ancora. E poi c'è Reed, esperto alchimista, come la sua progenitrice. È stato lui a dare vita ai gemelli. Non si potrebbe definirlo il loro "padre". Non proprio. Ma come tutti i genitori, per i due ragazzi ha un piano ambizioso: far sì che raggiungano il potere assoluto, e poi reclamarlo per sé. Diventare "dei in Terra" è una cosa possibile. Pregate soltanto che non accada.
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Dettagli

2020
Tascabile
21 luglio 2020
528 p., Rilegato
9788804724902
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Indice

Le prime frasi del romanzo

Fallimento
LINEA DEL TEMPO: CINQUE MINUTI TROPPO TARDI, TRENTA SECONDI ALLA FINE DEL MONDO.

C'è così tanto sangue.
Roger non immaginava che il corpo umano ne contenesse una simile quantità. Pare impossibile, ridicolo, un tale spreco di qualcosa che dovrebbe essere raro e prezioso... contenuto, soprattutto. Questo sangue dovrebbe stare all'interno del corpo da cui è uscito, e invece eccolo, ed ecco Roger, ed è semplicemente sbagliato.
Malgrado il sangue, malgrado tutto, Dodger non è ancora morta. Il suo petto si alza e si abbassa in sussulti lievi, a malapena visibili. Ogni respiro è una lotta che lei si ostina a combattere in attesa del successivo. Continua a respirare. Continua a sanguinare.
Non può uscirne ancora molto. Non ce l'ha, dentro, tutto quel sangue, se così si può dire. E quando lei smetterà di respirare, Roger farà lo stesso.
Se fosse sveglia lo ragguaglierebbe con appagato scrupolo circa la quantità esatta di sangue versato sul pavimento. Osserverebbe il disastro, calcolerebbe senza la minima difficoltà superficie e volume del liquido e trasformerebbe i dati in un numero concreto, preciso al millesimo. Lo farebbe per rassicurarlo, anche se il numero dovesse significare "sto per lasciarti". Anche se dovesse significare "da qui non si torna indietro".
Anche se dovesse significare addio.
E forse in effetti sarebbe rasicurante, almeno per lei. I conti tornerebbero, e questa è l'unica cosa che Dodger ha sempre chiesto alla vita. Lui invece, lui che conosce le parole giuste per descrivere la situazione – dissanguamento, ipovolemia, emorragia –, non trova nelle parole il conforto che lei trova nei numeri. Non gli è mai stato possibile. I numeri, fintanto che si comprendono le norme che li regolano, sono entità semplici, disciplinate. Le parole, al contrario, sono insidiose. Si aggrovigliano e mordono e pretendono attenzione. Roger riflette su come cambiare il mondo. Sua sorella, semplicemente, lo cambia.
Non senza conseguenze. Per questo sono finiti quaggiù, oltre il muro di cinta, alla fine della strada improbabile, alla fine di tutto. Non sono riusciti a raggiungere la Città Impossibile e, visto come stanno le cose, non ci riusciranno mai. Un'altra vittoria per il Re di Coppe.
Il Re di Coppe vince sempre e chiunque dica il contrario sta mentendo.
Fuori gli spari sono più forti e meno drammatici di quanto si aspettava, come se qualcuno lanciasse dei petardi dentro una lattina. Solo che i petardi non fanno quel genere di danni. Le pareti, già fragili, si assottigliano sempre di più. I proiettili rodono il cemento e ben presto quelli che li inseguivano sulla strada improbabile riusciranno a entrare. Per quanto si sforzi, Erin non può tenerli a bada per sempre.
E Roger si accorge con distacco che nemmeno lo vorrebbe. Se quella dev'essere la fine per uno di loro, tanto vale che lo sia per entrambi. Tanto vale che lo sia per sempre. Nessuno, nemmeno lui, percorre la strada improbabile da solo.
Afferra la spalla di Dodger, sente la robustezza, la concreta, vitale realtà di sua sorella, e la scuote con tutta la cautela di cui è capace. «Dodger. Ehi, Dodge. Ehi. Devi alzarti e aiutarmi a fermare l'emorragia.»
Gli occhi rimangono chiusi. Il petto fa su e giù, i respiri sono sempre più corti.
C'è così tanto sangue.
Conosce le parole. Shock; fatalità; morte, nella sua semplice, brutale accuratezza. Sta per lasciarlo di nuovo, questa volta per sempre. Se ne va. Se ne va. Se n'è andata.
«Non farmi questo.» Le ferite di Roger non sono brutte come quelle di lei. Si è beccato solo un proiettile alla coscia, all'inizio dello scontro. È passato da parte a parte senza sfiorare le arterie, e allora Dodger era ancora abbastanza in sé da aiutarlo a stringere il laccio emostatico. Senza un intervento adeguato, comunque, rischia di perdere la gamba. Ora come ora non sembra importante. Forse anche lui è sotto shock. Forse se lo merita. «Non puoi. Non puoi andartene. Ci siamo spinti troppo oltre. Mi ascolti? Non puoi andartene. Ho bisogno di te.»
Gli occhi sono chiusi. C'è così tanto sangue.
Non resta che una cosa da fare. Forse è l'unica. Forse è sempre stata l'unica, e loro non hanno fatto altro che avvicinarsi a questo momento. Sembra un fallimento, un tornare indietro al giardino, ma non gli importa perché il petto ora si muove appena, c'è così tanto sangue, e non gli importa di conoscere le parole, tutte le parole, per tutto. I numeri la portano via. Senza di lei non può raggiungerli.
«Non posso farlo da solo. Mi dispiace. Non posso.»
Si china in avanti fino a sfiorarle con le labbra la conchiglia dell'orecchio. Ha i capelli annodati e appiccicosi, incrostati di sangue. Quando gli si incollano alla pelle non fa nulla per scostarli.
«Dodger» sussurra. «Non morire. Questo è un tuo dovere. Questo è un ordine. Questo è un obbligo. Fa' ciò che devi, distruggi ciò che devi, ma non morire. Questo è un ordine. Questo è...»
E questi sono i suoi occhi che si aprono, le pupille come capocchie di spillo nel grigio delle iridi, finché Dodger sembra in piena overdose da oppiacei. Questo è oro scoppiettante nel grigio, breve e intenso, mentre la Città Impossibile cerca di riportarla indietro. Roger avverte la risposta dell'oro nelle sue stesse ossa, lo sente sporgersi verso quello contenuto in Dodger, smaniare per ricongiungersi a lui.
Questo è il suono degli spari che cessano. Non si affievoliscono; cessano tutto d'un tratto, come se il mondo si fosse ammutolito.
Questo è il mondo che diventa bianco.
Questa è la fine.

Valutazioni e recensioni

Asia Paglino
Recensioni: 4/5

-Ho ricevuto questo libro dall'editore in cambio di una recensione onesta.- La cosa che mi ha fatta appassionare subito alla storia è il fatto che il romanzo di base è un fantasy con però elementi fantascientifici, due generi che in questo libro sono amalgamati in modo da creare un mix interessante e molto avvincente. I protagonisti della storia sono due bambini, Roger, bimbo che ama la grammatica e le parole, e Dodger, bambina con una spiccata mente matematica capace di giocare con i numeri. I due abitano fisicamente a due poli degli Stati Uniti, eppure riescono, in qualche modo a loro non chiaro, ad avere un legame capace di metterli in contatto al punto da poter condividere sensazioni, esperienze ed emozioni. Crescendo i due arrivano a chiudere fuori l'altro dalla propria vita, ma si sa, chi è destinato a incontrarsi prima o poi troverà il modo, soprattutto quando il "destino" non è nulla di casuale. Cosa o chi ha creato questo legame? Fin dove i due ragazzi dovranno spingersi per scoprire la verità? Per il resto, che dire, non vedo l’ora di poter leggere il secondo volume per capire cosa la storia ha ancora in serbo.

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Recensioni: 5/5

(Potrebbero esserci possibili spoiler!). . “Dodger ama i numeri. Ama la loro semplicità e la loro difficoltà. Ama i calcoli e le teorie quantistiche. Ama la scienza e scoprire sempre teorie nuove. Conosce i numeri come se stessa. Trova conforto nei calcoli. Odia le bugie. . Roger ama le parole. Ama la loro forma, i loro diversi significati. Ama le lingue e impararne sempre di nuove. Ama leggere e imparare. Ama le metafore e parlare. Trova conforto e sicurezza nelle parole. . Cos’hanno in comune questi due personaggi? Oltre al colore degli occhi, vivono entrambi una situazione brutta e pesante a scuola. I bulli li tormentano perché sono un po’ timidi e perché sono Nerd nel loro campo. Sono intelligenti e più adulti della loro giovane età, a sette anni così come in qualsiasi età, il bullismo e la solitudine fanno male. Ma d’improvviso troveranno conforto e amicizia nell’altro, riuscendo non si sa come, a comunicare mentalmente tra di loro. Sono lontani, uno nel Massachusetts una in California, eppure parlano e riescono a vedere cosa l’altro stia guardano e se si specchiano sanno che aspetto ha l’altro. Non solo, questo legame è molto di più di quello che sembra. Sia per il fatto che uno riesce a vedere letteralmente attraverso gli occhi dell’altro. Per esempio Roger è daltonico, ma quando guarda con gli occhi di Dodger improvvisamente il mondo prende colore. Sia perché riescono a percepire sulla propria pelle, se qualcosa non va nell’altro. Ma com’è possibile tutto questo? Come fanno due perfetti sconosciuti a comunicare mentalmente? Sono forse pazzi? All’inizio se lo domanderanno, come qualsiasi persona nel mondo in cui viviamo, se si inizia a sentire le voci nella propria testa, si tende a preoccuparsene. Ma tra la giovane età e il fatto che l’altro sembra bravo nella materia in cui uno ha carenza, capiranno che forse è reale l’altra persona. Il loro rapporto inizia come un aiutarsi a vicenda nelle materie scolastiche, per poi diventare migliori amici, legati da un legame sincero e profondo. . Ma l’inizio di tutto, lo si può trovare in un passato lontano ma allo stesso tempo vicino. Inizialmente la storia può risultare leggermente lenta, ma non fatevi spaventare da questo. Perché proseguendo con la lettura, dopo neanche cinquanta pagine si entra nel vivo della storia e la scrittura risulta scorrevole e coinvolgente. Vi assicuro che vi sarà difficile staccare lo sguardo dalle pagine. . La storia viene narrata da due punti di vista. E in due archi narrativi diversi. Da una parte troviamo l’inizio di tutta la storia che poi il lettore andrà a scoprire man mano che sfoglierà le pagine. Il lettore scoprirà che l’inizio di tutto, è per via di una vendetta e il voler dimostrare il proprio talento e scoperta. Asphodel alla fine del 1800 è una delle più talentuose alchimiste che la storia possa conoscere. Eppure nessuno la ascolta, nessuno prende sul serio le sue idee e scoperte, perché all’epoca una donna non era in grado secondo loro di capire. Il Congresso denigra il suo lavoro e lei come persona e donna. Non vogliono che una donna sia più brava di loro, mettono il proprio ego davanti al progresso e alle scoperte. E fù così che Asphodel usò la scienza e l’alchimia per generare un essere che potesse portare avanti le sue idee, le sue scoperte e che potesse vendicare il suo nome. (Ma sarà davvero così?). Così, James Reed un essere senza cuore costruito con diversi pezzi di cadavere, nel corso dei decenni continua a portare avanti i suoi studi e le sue scoperte. Un essere eterno, visto che è stato creato con l’alchimia. Asphodel ha sempre detto che la scienza e l’alchimia possono andare di pari passo. Possono essere unite e così James conduce esperimenti atroci e senza cuore, per dimostrare come tutti loro si sbagliavano e come continuano a sbagliarsi. E per conquistare il potere sul mondo. Per trovare la Città Impossibile e riportare la magia nel mondo. Perché a lui non basta dimostrare la verità, la loro verità. Non gli basta essere eterno e avere potere, vuole essere una divinità in mezzo a quegli uomini che lui definisce sciocchi, ignoranti e avidi di soldi. . [...] [...] [...} (Intera sul mio Blog: https://alessandranekkina9372.altervista.org/ Per favore non cancellate questa parte, voglio far sapere che manca un pezzo di recensione, perchè non ci sta tutta qui). . Alla fine di questa enorme recensione, vi posso dire che il romanzo mi è piaciuto moltissimo. Appassionante, scorrevole, coinvolgente, intrigante e tiene il lettore con il fiato sospeso. L’unica nota negativa, se così la si può chiamare, è la lentezza di alcuni capitoli dei cattivi. . Voto: 4.25/5.

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Recensioni: 4/5

Oltre ogni logica, oltre ogni tempo, Middlegame è un romanzo dal carattere fortemente originale. Una storia che si compone e si scompone, che si fissa e si rimodella, assumendo ogni volta forme nuove costellate di nuove realtà. L’alchimia muove le redini della storia ed è proprio questo elemento a determinare l’andamento misterioso, quasi tenebroso degli accadimenti, sin dalle prime pagine. Una nuvola di mistero sembra avvolgere i due protagonisti senza mai abbandonarli del tutto, lasciando trapelare solo qualche sprazzo di luce qua e là. Come un mosaico che si compone, come un rebus dagli indizi incerti, impariamo a conoscere Roger e Dodger da bambini, poi da adolescenti e infine da adulti, scoprendo insieme a loro, poco alla volta, qual è il mistero che li circonda, quale la loro vera natura e quale il loro destino. Nulla viene lasciato al caso, tutto è stato già scritto. Si tratta di un disegno più grande di loro e, proprio come in una partita a scacchi, qualcuno da qualche parte sta muovendo le sue pedine. Ma perché? Qual è lo scopo finale? Perché proprio loro? Due ragazzi così simili e così diversi, legati da un passato più grande di quanto loro stessi possano immaginare, catapultati in una realtà tanto estranea quanto familiare. Con le loro imperfezioni e la loro spontaneità, è quasi impossibile non affezionarvisi, soprattutto grazie alla loro forte caratterizzazione. Seguire i loro passi da vicino mentre, sfida dopo sfida, imparano a crescere e prendono consapevolezza di sé non fa che incrementare questo forte senso di familiarità con i personaggi, quasi come fossero degli amici di vecchia data che non si vuole lasciare andare. Un valore aggiunto di questo libro è sicuramente anche lo stile di scrittura adottato dalla McGuire, molto criptico e misterioso. Sa lasciare il lettore sulle spine, con una serie infinita di domande che non trovano mai del tutto una risposta. L’autrice sa come plasmare la storia, dando a chi legge una parvenza di comprensione mai pienamente soddisfatta, instillando quei dubbi e quella curiosità crescente che vanno a comporre il cocktail perfetto per una lettura ad effetto. Tuttavia, proprio a causa di questo stile di scrittura quasi ostico in alcune parti, non sempre la lettura risulta fluida e scorrevole. Inoltre, la storia è scandita su più piani temporali e tale impostazione può risultare talvolta confusionaria, soprattutto nella parte iniziale; nonostante ciò, i vari slittamenti temporali acquistano senso capitolo dopo capitolo e il lettore, lentamente, riesce ad abituarvisi. Un ulteriore punto a favore di questo libro è infine anche l’abilità della McGuire nell’intrecciare le vicende narrate con la realtà esterna e oggettiva in cui viviamo. Riesce così a creare un forte senso di deviato realismo che porta il lettore a mettere in discussione anche la sua, di realtà, dandogli l’illusione di essere dentro la storia e di starla vivendo inconsciamente da sempre, un po’ come i due protagonisti. Concludendo, Middlegame è dunque una storia avvincente che si lascia scoprire pagina dopo pagina, senza rivelare mai troppo di sé, ma riuscendo comunque a mantenere alte le aspettative e a non deluderle mai.

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Seanan McGuire

È una scrittrice di urban fantasy e thriller fantascientifici, nonché musicista, ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui il premio John W. Campbell per la miglior sceneggiatura alla World Science Fiction Convention 2010, il Nebula, l'Hugo e il Locus per il miglior romanzo breve con Every Heart a Doorway. Tra le sue pubblicazioni: Middlegame (Mondadori, 2020).

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