L' enigma della camera 622

"L'enigma della camera 622" è un romanzo di Joel Dicker che ruota attorno a un mistero ambientato in un lussuoso hotel svizzero. Dopo un omicidio nella camera 622, il protagonista si immerge in un intricato intreccio di segreti, bugie e tradimenti, cercando di risolvere il caso e scoprire la verità dietro l'omicidio. La storia mescola suspense, intrighi e colpi di scena, mantenendo il lettore avvinato fino all'ultima pagina.

Romanzone labirintico, speculare, capzioso; proprio come un vero enigma impetra. Lo scrittore dispone: fatti, misfatti, persone, personaggi, comparse fino all'inverosimile. Lo stesso compone la gimcana delle vicissitudini presenti, passate, remote narrandole con disinvolti spazi temporali. Al lettore è richiesta l'assimilazione mnemonica di dati e di un surplus di dettagliame vario, ma... Ma... c'è pur sempre un ma. Parcellizzare è procedura delicata, richiedente dosaggi accurati tra elementi aggreganti ed elargitori di sapidità. Ecco, Dicker ha rischiato cantonate sciape, approdi infruttuosi, derive sterili.

Il libro si svolge su diversi piani temporali, un tempo presente e due tempi passati, e la storia scorre di continuo da un tempo all'altro, creando non poca confusione. Non ho apprezzato i vari coup de theatre utilizzati dallo scrittore, a volte prevedibili, a volte disturbanti in quanto sono serviti in alcuni casi a rendere le vicende narrate poco credibili. Trovo che sia un libro discreto, tutto sommato piacevole, inutilmente lungo 632 pagine che potevano ridursi a 400 senza nulla togliere alla storia. È il terzo libro che leggo di Dicker, doppo Harry Quebert e Stephanie Mailer ho notato che quanto ho descritto sopra sono le costanti da lui utilizzate in tutti e tre i romanzi da me letti. Ad ora, non li ho trovati dei capolavori.