Fiori rossi

Tsuge è stato il più grande maestro del gekiga, questi racconti sono l'ennesima conferma.

Altra imperdibile antologia di racconti di Yoshiharu Tsuge, che si pone in maniera molto differente rispetto agli altri volumi del leggendario autore nipponico pubblicati fin qui in Italia. Se, infatti, finora avevamo apprezzato l'aspetto più spietato e drammatico di Tsuge nei confronti dell'uomo, in una narrazione dalle neanche troppo velate sfumature autobiografiche, con Fiori Rossi scopriamo invece tematiche più vicine alla natura, che sfociano in un senso di nostalgia nei confronti del Giappone più poetico e rurale. Non a caso l'anello di congiunzione tra le varie storie che compongono l'albo pare essere il medesimo: quello dell'evasione da una realtà ormai troppo frenetica e moderna come quella delle grandi megalopoli, per tornare a contemplare, invece, le bellezze e le ineluttabilità della natura nelle sue numerose sfaccettature. Un albo elegante, non banale, che ci aiuta a scoprire un'altra faccia di uno dei artisti più importanti e forse più sottovalutati dell'intero palcoscenico fumettiistico del Sol Levante.

Un po' troppo acerbi e grezzi questi racconti di inizio carriera per il famoso esponente della corrente gegika. Si salvano solo le installazioni termali sulle montagne del Giappone ed una sempre ben curata edizione Oblomov per il resto non piaciuto......