La natura è innocente. Due vite quasi vere

Intendiamoci è un bel libro, dalle tematiche non semplici ma alla fine della lettura m'è parso mancasse qualcosa. Forse un intreccio più forte, fin dalle prime pagine intendo, con il "sentire", con la storia, dell'autore, elemento relegato alla fine. La descrizione lunga dei due protagonisti li ha resi più "vicini" e quella di Filippo alla fine mi ha chiarito di più la persona "reale" rispetto alla descrizione di Ruggero che emerge meno chiaramente. Molto bella la descrizione "tecnica" del perchè si tratti di romanzo (due vite quasi vere) e non di un racconto fedele alla realtà in tutto e per tutto. E' stato piacevole andare a leggerlo, ma alla fine contento anche di averlo finito e "archiviato".

Mi ha catturato fin dalla prima pagina. È come se si venisse a creare un vero e proprio contatto tra i due personaggi e il lettore, sembra quasi di conoscerli personalmente; una lettura interessante e scorrevole, decisamente meritevole.

Bellissimo libro. Due storie, di cui una forse estrema, e che fanno riflettere sul rapporto natura-cultura. E se la natura, nella specie umana, è il “reale” (ciò che accade e non si può ammaestrare) sicuramente a contenerla un po’ non c’è la cultura, che se esiste oggi è riassumibile all’inutile talk show televisivo. Due storie raccontate e che desideravano essere raccontate a favore di un narcisismo imperante, anche se a raccontarle è Siti nella sua intenzione di farci riflettere un po’. Un libro - che come lo stesso Siti dice - “per difendere la letteratura da chi la vorrebbe morta (o mutilata o assertiva); per capire che cos’è una storia e se ha senso raccontarla.” Lo consiglio! così come consiglio, sempre di Siti, “Bruciare tutto”.