La scelta di Edith

Un libro unico. Unico sotto tanti punti di vista, forse sotto tutti i punti i vista: storico, umano, psicologico, artistico, morale, esistenziale...il contesto che fa da sfondo alla storia di Edith, è forse il peggiore della storia dell'uomo. E per questo il libro ne acquista ancora più valore. Un contesto che, supportato dai pensieri e dalle riflessioni di Edith, sembra surreale o addirittura distopico, se gli avvenimenti non fossero stati già validati e documentati in svariate forme. Se letto con la massima obiettività, dovrebbe, e potrebbe, sostituire tranquillamente tanti libri di strategia di crescita personale. Adoro questo libro anche per la valenza che si dà all'arte, come fonte di sopravvivenza , oltre che di vita.

Come tutte le storie autobiografiche dei sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti questa della Eger esprime un vissuto per certi versi simile, perché l'orrore è stato comune, per altri molto diverso, perché ognuno di loro è unico. Anche riguardo alla "liberazione", se dal campo è stata più o meno tale per tutti, il percorso per liberarsi dai fantasmi del passato è naturalmente personale. La Dr.ssa Eger racconta della sua fatica e del lungo tempo che ha richiesto questa rinascita sottolineando che "non è finita finché non è finita". Vale la pena leggere il libro, soprattutto in questo periodo di pandemia in cui aver perso momentaneamente qualche libertà ci sembra inaccettabile...

Trasformare la propria sofferenza in opportunità di aiuto per gli altri. Bello intenso ......