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Anno edizione: 2003
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Anno edizione: 2000
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Indice
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A far da sfondo è l’atmosfera cupa e tetra della campagna del Berkshire nei primi anni dell’ultimo dopoguerra. In questo contesto si muove l’io narrante, gentiluomo di campagna nonché paleontologo dilettante, il quale, dall’immobilità di una sedia a rotelle a cui è stato costretto da un incidente cerebrale, racconta in un lungo flashback la (la sua versione della) vicenda dell’incidente, vicenda che si intreccia ad un omicidio che, chi più chi meno, tocca tutta la sua cerchia, dai familiari alla servitù. Il nostro baronetto è borioso, supponente, poco interessato ai sentimenti altrui, ingabbiato nelle convenzioni del suo contesto sociale e della sua epoca. Ma è soprattutto paranoico, vede complotti dappertutto, e di questi si vede inevitabilmente vittima. Come in “Follia”, McGrath è bravissimo a delineare la psicologia del protagonista e, per il suo tramite, quella degli altri personaggi (ho trovato particolarmente riuscita la caratterizzazione della signora Giblet). Il racconto è sottile, ricco di sfumature, a tratti divertente. Ho letto critiche in altre recensioni per un finale considerato troppo aperto ed inconclusivo. Ma credo che l’interesse dello scrittore non sia dare compimento e linearità alla trama, messa deliberatamente in secondo piano per diventare funzione del suo vero intento, che è quello di giocare con il lettore sul filo dell’evoluzione (o meglio della regressione) di una psiche intrappolata in un corpo inerte, tanto più viva quanto più morto il corpo, e sulle sue fantasticherie, i suoi eccessi, le proiezioni sugli altri dei propri fallimenti, delle proprie paure e pulsioni. Letta in questi termini, la trama ha secondo me perfettamente senso. Romanzo d’esordio dello scrittore inglese ma opera a mio avviso già matura. Consigliato.
La descrizione delle situazioni e delle persone trovo sia formidabile. Il disincanto, la crudeltà, ossessioni, bizzarrie e le ossa arredano le stanze del racconto. L'atmosfera è plumbea e ho amato il narratore che osserva......
"Quanto al destino, sono giunto alla conclusione che il mio sia quello di essere grottesco. Si, perchè non è forse grottesco un uomo tramutato in vegetale?"
Recensioni
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