Manoscritto trovato a Saragozza

"Il viaggiatore che si azzardava per quella selvaggia contrada si trovava assalito, a quanto si diceva, da mille terrori capaci di raggelare i cuori più temerari. Sentiva voci lamentose mescolarsi al rumore dei torrenti e ai sibili della tempesta, luci ingannevoli lo svegliavano e mani invisibili lo spingevano verso abissi senza fondo": ecco come il narratore del Manoscritto presenta l'inizio della sua avventura. Cosa dire dinanzi a questo labirinto di settecento pagine? Il suo multiforme splendore, fratello dei sinuosi arabeschi di Granada, sfida qualsiasi libro scritto negli ultimi due secoli. Tutti i generi letterari son qui mescolati, personaggi storici e leggendari si rincorrono tra i vari racconti, visioni spirituali inconciliabili d'improvviso s'abbracciano - e il risultato che ne vien fuori è il mondo intero. Spettri, zingari, banditi, cabalisti, maledizioni prendono per mano scienziati, filosofi, politici, aristocratici e soldati, e tutti insieme ballano l'immenso girotondo dell'esistenza! E mentre le credenze cristiane vengono messe sotto torchio da un sacerdote di Iside, ecco il diavolo in persona esporre le grandi teorie dell'illuminismo; ecco un matematico perdersi nelle sue riflessioni, dire: "La vita è come il fluido magnetico: si vede soltanto attraverso i suoi effetti"; ecco un uomo onnisciente, senz'altro un cartesiano, dedicarsi per decenni alla stesura di un'opera in cento volumi che raccolga l'intero sapere umano, e pronunciare poi poco prima di morire: "O mio Dio, se ce n'è uno, abbi pietà della mia anima, se ne ho una". Ecco il vertiginoso colpo d'occhio della fantasia! Ecco il grande concerto dell'umanità! Ecco la danza senza pudore dell'assurdo, ecco la voce contraddittoria della verità! Ciò che conta è solo il gioco delle storie, quel gioco iniziato migliaia d'anni fa con con Omero, la Bibbia, Shahrazād - e che forse raggiunge nell'effetto a matrioska di Potocki un apice imbattibile per simmetria e perfezione. Il romanzo di tutti i romanzi.

Uno dei più grandi divertimenti che si possa provare è quando, davanti ad un’opera di pura fantasia, l’autore non voglia convicerti che sia tutto vero. E’ come se ti dicesse nella maniera più palese, ma ovviamente senza dirtelo: mettiamo da parte il fatto che sia tutta un’invenzione, diciamocelo ora e facciamo finta di niente. E quindi, liberati dalla realtà, cioè dal fatto che siamo davanti ad una finzione, possiamo librarci nei sogni, seguire con leggerezza gli eventi narrati e attraversare 700 pagine con il sorriso stampato in faccia. Lettura eccezionale.

Che dire, un’autentica scoperta; nonostante la mole la lettura è scorrevole e la trama coinvolgente. Consigliato a chi ama i romanzi di avventura.