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Consigliatissimo, selezionato anche dal festival di Angouleme la più importante manifestazione europea dedicata ai fumetti.
Una delle armi più comuni utilizzate dagli autori di fumetti, quando tentano di dar vita a un'opera memorabile, è l'empatia: la silenziosa richiesta di complicità al lettore, la promessa di toccargli il cuore e realizzare un coinvolgimento emotivo. Cosa accadrebbe, tuttavia, se l'opera si distaccasse dal lettore, sia dal punto di vista della forma che da quello dei contenuti, raccontandogli una storia in maniera asettica, distante, come se provenisse da un altro luogo o persino da un altro tempo? Giacomo Nanni è una delle voci meno convenzionali del fumetto italiano: il suo codice estetico, carico di texture talmente originali da rappresentare un unicum in questo medium, si trasforma in uno shock per chiunque vi si approcci, a prescindere dal suo allenamento o dal suo grado di preparazione. Tutto viene ricondotto alle radici: ogni tonalità è ottenuta partendo dai colori primari, in un disperato lavoro di ricerca che lascia ben intendere come l'autore non sia disposto ad accettare alcun tipo di compromesso. Soprattutto, Atto di Dio ribalta la dicitura del "si raccoglie ciò che si semina", raccontandoci al contrario un mondo in cui i concetti di bene o di male non sono altro che astrazioni: prospettive dell'uomo, che tenta di incasellare oggetti, animali e fenomeni naturali secondo una propria logica pregna di divina supponenza. Le voci narranti, così, divengono proprio quelle dei preconcetti che assurgono al ruolo di protagonisti, mentre l'uomo, viceversa, è raffigurato come un elemento di contorno, al punto da non meritare più che una silhouette scura e non meglio definita. "Dicono che sono un capriolo", emblematica frase che segna l'esordio dell'opera, diventa una sorta di revisione del "Chiamatemi Ismaele" che aprì l'immortale Moby Dick di Melville, mentre l'anello di congiunzione fra le varie parti, fra caprioli, unicorni, terremoti, carabine e chirocefali, è la consapevolezza di un disegno più grande che prescinde da qualsiasi pregiudizio. Un'opera immensa.
Una G.N. che si apre a varie interpretazioni e che spinge il linguaggio del fumetto verso una direzione inaspettata. Capolavoro?
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