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4 3 2 1 - Paul Auster - copertina
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4 3 2 1

Descrizione


Paul Auster ha scritto una sinfonia maestosa suonando i tasti del destino e del caso: un libro che mette d'accordo Borges e Dickens, un'avventura vertiginosa e scatenata, unica e molteplice come la vita di ognuno.

«Ricorda Le avventure di Augie March e Pastorale americana » - San Francisco Chronicle

« 4 3 2 1 è il risultato di un'ambizione vertiginosa e di una maestria artigianale unica. Una costruzione grandiosa di storie alternative e complementari» - The New York Times Book Review

A volte per raccontare una vita non basta una sola storia. Il 3 marzo 1947, a Newark, nasce il primo e unico figlio di Rose e Stanley: Archie Ferguson. Da questo punto si dipanano quattro sentieri, le quattro vite possibili, eppure reali, di Archie. Campione dello sport o inquieto giornalista, attivista o scrittore vagabondo, le sue traiettorie sono diverse ma tutte, misteriosamente, incrociano lei, Amy. Paul Auster ha scritto una sinfonia maestosa suonando i tasti del destino e del caso: un libro che mette d'accordo Borges e Dickens, un'avventura vertiginosa e scatenata, unica e molteplice come la vita di ognuno. Come direbbe Walt Whitman: 4 3 2 1 è un romanzo che contiene moltitudini. «La scrittura di Auster è piena di gioia, anche nei passaggi piú drammatici». NPR «Un romanzo in cui perdersi». «The New York Review of Books» Cosa sarebbe stato della nostra vita se invece di quella scelta ne avessimo fatta un'altra? Che persone saremmo oggi se quel giorno non avessimo perso il treno, se avessimo risposto al saluto di quella ragazza, se ci fossimo iscritti a quell'altra scuola, se… Ogni vita nasconde, e protegge, dentro di sé tutte le altre che non si sono realizzate, che sono rimaste solo potenziali. E cosí ogni individuo conserva al suo interno, come clandestini su una nave di notte, le ombre di tutte le altre persone che sarebbe potuto diventare. La letteratura, e il romanzo in particolare, ha da sempre esplorato la «vita virtuale»: non la vita dei computer, ma i destini alternativi a quelli che il caso o la storia hanno deciso, quasi che attraverso la lettura si riesca a fare esperienza di esistenze alternative. Paul Auster ha deciso di prendere alla lettera questo compito che la letteratura si è data: e ha scritto il suo capolavoro. 4 3 2 1 è il romanzo di tutte le vite di Archie Ferguson, quella che ha avuto e quelle che avrebbe potuto avere. Fin dalla nascita Archie imbocca quattro sentieri diversi che porteranno a vite diverse e singolarmente simili, con elementi che ritornano ogni volta in una veste diversa: tutti gli Archie, ad esempio, subiranno l'incantesimo della splendida Amy. Auster racconta le quattro vite possibili di Archie in parallelo, come fossero quattro libri in uno, costruendo un'opera monumentale, dal fascino vertiginoso e dal passo dickensiano, per il brulicare di vita e di personaggi. Ma c'è molto altro in 4 3 2 1 : c'è la scoperta del sesso e della poesia, ci sono le proteste per i diritti civili e l'assassinio di Kennedy, c'è lo sport e il Sessantotto, c'è Parigi e c'è New York, c'è tutta l'opera di Auster, come un grande bilancio della maturità, e ci sono tutti i maestri che l'hanno ispirato, c'è il fato e la fatalità, c'è la morte e il desiderio.
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Dettagli

2017
10 ottobre 2017
944 p., Rilegato
9788806235017

Valutazioni e recensioni

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marcostraz
Recensioni: 3/5

Lo spunto è interessante e il libro è scritto bene, ma secondo me alla fine risulta un po' troppo prolisso e ridondante...

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Roberto
Recensioni: 1/5
Un libro non per tutti

Il mio personalissimo giudizio su quest’opera, è il seguente. L’operazione “di scrittura creativa”, che per molti lettori leggo trattarsi di una trovata geniale, ovvero quella di narrare la molteplicità dei quattro Archie obbligando, forzando il personaggio in quattro storie fisicamente separate, secondo me è un espediente per facilitare una narrazione altrimenti molto più complessa da effettuare. Penso cioè a come sarebbe stato letterariamente più intricato narrare queste vite seguendo una trama lineare. L’autore allora getta dei ponti tra le storie, operazione per me più dettata dalla necessità di cercare di attutire questa imposta frammentarietà, piuttosto che dotata di un valore intrinseco. Se invece dell’opera complessiva si esaminano le singole storie riunite nelle loro parti (non tutte le storie ne hanno quattro), il gradimento sale anche se in misura diseguale. Se poi si leggono le singole pagine o delle piccole sezioni, bisogna dire che sono numerose quelle molto ben scritte e alcune sono anche decisamente belle. Quest’ultima caratteristica invita anche il lettore poco convinto dalla struttura complessiva a proseguire la lettura non è certo la mole, infatti, a far desistere i lettori accaniti! Come ultima osservazione personale, trovo che ormai si dovrebbe escogitare anche per i libri un sistema di classificazione tipo quello ormai in uso per le opere visuali, che permetta di non far andare in mano a un giovane lettore (ma, perché no, anche ad un adulto che non abbia piacere di leggere determinati contenuti) un libro come questo dove sono continui i contenuti sessuali espliciti di ogni genere e che in molte pagine definirei tranquillamente pornografici. Era di primo libro che leggevo di Auster e ne voglio leggere altri per farmi un’idea più completa dell’autore.

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Ida Celeste
Recensioni: 5/5

Un uomo, 4 possibili vite. Primo romanzo letto di Paul Auster, assolutamente geniale.

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Recensioni

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Voce della critica

A cura di: Il Rifugio dell'Ircocervo

Un immigrato giunge alle porte dell’America il primo giorno del ventesimo secolo: è un ebreo russo con un nome lungo e difficile; sarebbe meglio un nome più americano per iniziare una vita nel Nuovo Mondo, un nome tipo Rockefeller. Purtroppo il funzionario dell’immigrazione capisce male e Isaac Reznikoff, aspirante Rockefeller, diventa il cittadino americano Ichabod Ferguson.

Da questa confusione di nomi inizia il nuovo libro di Paul Auster, 4 3 2 1 (Einaudi 2017). Come sarebbe la vita di Archie Ferguson (nipote di Ichabod) se il funzionario avesse registrato un nome diverso per suo nonno? Quali potrebbero essere le non-vite di Ferguson, cioè le vite parallele in cui Archie ad ogni bivio prende una strada diversa da suoi alter ego? L’autore decide di raccontarne quattro: in questo libro c’è quattro di tutto, quattro capitoli 1, quattro capitoli 2, quattro Ferguson… di fatto quattro romanzi che compongono un iper-romanzo.

Il libro ha dunque una struttura complicata che richiede al lettore un certo sforzo per non perdere il filo di Arianna di ogni storia; tuttavia, ha poi senso distinguere nelle acque di un grande fiume quelle dei suoi immissari? ciò che conta è il fluire, e 4 3 2 1 è un flusso di parole ammaliante, ora agitato e ora sonnacchioso, in cui è facile perdersi e facile ritrovarsi.

Lungo il suo corso, alcune grandi anse di questo libro-fiume rimangono costanti, pur con diverse forme e traiettorie: Amy (fidanzata, parente, amica…), la passione della scrittura, i diritti civili delle minoranze etniche, la guerra in Vietnam, il ’68. La foce è naturalmente la stessa, un punto di confine fra New York e New Jersey (come l’Hudson River), due città e due stati in cui vivono i quattro Ferguson: un melting pot di povertà e sfarzo, cultura e criminalità, ordine e disobbedienza civile, bianchi neri ebrei italiani suprematisti e pantere, a cui Auster erige un vero e proprio monumento.

4 3 2 1 è un libro sul procedere disordinato, casuale, complicato e sorprendente della vita; lo dice con la disinvoltura di un film di Woody Allen e con la molteplicità dei punti di vista di Jorge Luis Borges: i percorsi delle quattro vite parallele sono pieni di svolte brusche e di inciampi (ma, insomma, basta che funzioni) e alla fine si risolvono in un guizzo metanarrativo, i personaggi escono dal libro e il lettore vi entra.

Dunque, le ragioni per cui 4 3 2 1 merita di esser letto (infischiandosene della mole) sono molte: una struttura singolare, uno stile che affascina, una complessità leggera, e infine un forte sentimento civile e politico. Nel porto di New York, ai piedi della Statua della Libertà, i versi* di una poetessa di origine ebraica, Emma Lazarus, recitano:

[…] Give me your tired, your poor,
Your huddled masses yearning to breathe free,
The wretched refuse of your teeming shore,
Send these, the homeless, tempest-tossed to me,
I lift my lamp beside the golden door!

L’umiliato, l’esule Isaac Reznickoff era giunto in nave ad Ellis Island il primo giorno del ventesimo secolo per la sua nuova vita; e se quel giorno il funzionario dell’immigrazione avesse invece capito bene il suo nome americano, Rockefeller? Nelson Rockefeller è una figura quasi ma non del tutto assente in 4 3 2 1: fu governatore** dello Stato di New York e vicepresidente degli Stati Uniti d’America.

*Emma Lazarus, The New Colossus, 1883.
**Nelson Rockfeller; Auster invece parla di Rockefeller: un nome fittizio per una persona reale o un nome reale per un personaggio fittizio?


Recensione di Adriano Cecconi

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Conosci l'autore

Paul Auster

1947, Newark, New Jersey

Scrittore, sceneggiatore e regista statunitense. Dopo aver studiato alla Columbia University, nel 1970 si recò a Parigi dove lavorò come traduttore fino al ritorno a New York nel 1974. Esordì come scrittore con poesie, racconti e articoli pubblicati sulla “New York Review of Books” e sulla “Harper’s Saturday Review”. La sua opera più famosa, subito accolta favorevolmente dalla critica, è la Trilogia di New York (Città di vetro, 1985; Spettri, 1986; La stanza chiusa, 1987), che volge in parodia il genere della detective story. Seguirono i romanzi Il paese delle ultime cose (1988), Il palazzo della luna (1989), La musica del caso (1991, dal quale Philip Haas trasse un film nel 1993), Leviatano (1992), Mr. Vertigo (1994)...

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