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Certe fortune. I casi del maresciallo Ernesto Maccadò
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Certe fortune. I casi del maresciallo Ernesto Maccadò - Andrea Vitali - copertina
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Certe fortune. I casi del maresciallo Ernesto Maccadò
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Certe fortune. I casi del maresciallo Ernesto Maccadò

Descrizione


Con Certe fortune torna sulla scena allestita da Andrea Vitali il maresciallo Ernesto Maccadò.

Allarme rosso a Bellano: un toro, noleggiato per ben altri scopi, a causa di una maliziosa imprudenza semina feriti come piovesse.

«Vitali che si presenta con l'umiltà dell'artigiano, oggi è uno dei più bravi narratori italiani» - Massimo Boffa, Panorama

La bestia era… era…
Né il Piattola né la moglie riuscirono a trovare le parole giuste per descrivere la sorpresa.
Mai vista una bestia così insomma, così grossa e che emanava un senso di potenza pronta a esplodere.
«D’altronde si chiama Benito», riassunse il bergamasco con l’intento di spiegare tutto.
Milleduecento chili di peso, centosettanta centimetri al garrese.
Ma fosse stato solo quello!

Alle prime ore del 5 luglio 1928, come concordato, Gustavo Morcamazza, sensale di bestiame, si presenta a casa Piattola. Il Mario e la Marinata, marito e moglie, non avrebbero scommesso un centesimo sulla sua puntualità. Invece il Morcamazza è arrivato in quel di Ombriaco, frazione di Bellano, preciso come una disgrazia, portando sull’autocarro il toro promesso e due maiali, che non c’entrano niente ma già che era di strada… Il toro serve alla Marinata, che da qualche anno ha messo in piedi un bel giro intorno alla monta taurina: lei noleggia il toro e poi lucra sulla monta delle vacche dei vicini e sulle precedenze, perché, si sa, le prime della lista sfruttano il meglio del seme. Ma con un toro così non ci sarebbero problemi di sorta. Se non lo si ferma a bastonate è capace di ingravidare anche i muri della stalla. Almeno così lo spaccia il Morcamazza, che ha gioco facile, perché la bestia è imponente. Ma attenzione: se un animale del genere dovesse scappare, ce ne sarebbe per terrorizzare l’intero paese, chiamare i carabinieri, o solleticare il protagonismo del capo locale del Partito, tale Tartina, che certe occasioni per dimostrare di saper governare l’ordine pubblico meglio della benemerita le fiuta come un cane da tartufo. E infatti…

Con Certe fortune torna sulla scena allestita da Andrea Vitali il maresciallo Ernesto Maccadò. Già alle prese con gli strani svenimenti della moglie Maristella, che fatica ad ambientarsi, il maresciallo deve anche destreggiarsi tra la monta taurina, la prossima inaugurazione del nuovo tiro a segno e un turista tedesco chiuso a chiave nel cesso del battello: quanto basta per impegnare a fondo la pazienza e la tenuta di nervi perfino di un santo.
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Dettagli

3
2019
21 febbraio 2019
416 p., Rilegato
9788811601722

Valutazioni e recensioni

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Genoveffa
Recensioni: 5/5
Esilarante

Consigliatissimo per coloro che hanno appena concluso una lettura impegnativa e voglio rilassare la mente, che cercano una lettura leggera che faccia venire il sorriso sulle labbra, che ricercano l' esilarante, la burla e la beffa, che vanno a teatro per vedere operette comiche o brevu commedie... Un mix tra "i malavoglia" di Verga, " il giorno della civetta di Sciascia e quel fantomatico capitolo dei promessi sposi in cui si capisce che il matrimonio non s' ha da fare e c' è chi finisce arrotolato in un tappeto... uniamo tutti gli ingredienti ingredienti a dei personaggi che incarnano dei " tipi" della vita comune e ad altri che sono degli outsider... cuociono a fuoco lento e si ottiene un bella ribollita: semplice, sempre buona, abbastanza leggera. È perfetto anche da leggere a qualcuno facendo una voce un po' teatrale. Come formato preferisco quello della "tea".

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Lore
Recensioni: 4/5

Un bel classico con protagonista il Maresciallo Maccadò. Piacevole lettura con le pagine che scorrono velocemente senza accorgersi immersi nell'atmosfera d'altri tempi sul Lago di Como.

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Gianni F.
Recensioni: 4/5

Un Vitali prima maniera: brillante e arguto, un romanzo frizzante come un Prosecco e che si legge d'un fiato.

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Voce della critica

Andrea Vitali non si smentisce mai e non smette di sorprenderci, divertirci e lasciarci a ragionare, a libro chiuso e concluso, su storie all’apparenza semplici, in realtà dotate di una morale e di una giustizia eleganti e perfette.

Indimenticabili i suoi personaggi, per caratteri, caratteristiche e soprattutto nomi e cognomi. Ogni volta ci si chiede dove diavolo li vada a pescare e se siano veri o frutto di una sfrenata fantasia. Nel corso di una presentazione Vitali chiarì che non s’inventava nulla, né i nomi, né i cognomi e sovente neppure le storie che, nella sua lunga carriera di medico, gli erano state raccontate dai pazienti anziani del paese o che aveva ascoltato nella casa paterna da ragazzo.

In Certe fortune troviamo il maresciallo Maccadó, ormai una vecchia conoscenza dei lettori affezionati, da poco arrivato a Bellano con la giovane moglie Maristella e privo della folta figliolanza che abbiamo conosciuto nei precedenti romanzi. Accanto a lui i brigadieri Mannu e Misfatti, gli isolani, perennemente in disputa regionale e pronti a farsi garbati sgambetti per dimostrare che i siciliani sono meglio dei sardi e viceversa e, per finire, il carabiniere Beola, giovane ma dall’occhio lungo.

Tutto ruota intorno all’arrivo di uno splendido esemplare di toro da monta dall’evocativo nome, Benito – e vista l’epoca in cui il racconto si svolge la cosa ha senso – portato nel paese di Ombriaco sopra Bellano dal bergamasco Gustavo Morcamazza e affidato alle cure dei signori Piattola, Marinata e Mario, che gestiscono con profitto la monta taurina nel circondario. Pochi giorni chiuso nella stalla dei Piattola, così che la bestia si calmi dopo il faticoso viaggio, e così che il Morcamazza abbia il tempo di consegnare a Fraciscio in Val Spluga alcuni maiali. Però, a seguito della pruriginosa curiosità delle sorelle Pecorelli, il toro fugge dalla stalla e semina scompiglio nei dintorni.

Come sempre nei libri di Vitali, dalla vicenda principale si dipanano mille fili secondari che permettono all’autore di introdurre una serie di personaggi tutti, a vario titolo e con ruoli principali o subalterni, collegati alla sparizione del toro Benito. Scopriamo così la rivalità malcelata fra il maresciallo Maccadò e Bortolo Piazzacampo detto Tartina, dipendente della navigazione lariana e fondatore della sezione bellanese del Partito Nazionale Fascista; le velleità del sedicente pubblicista Fiorentino Crispini che nella sparizione del toro e quel che ne consegue, insegue stralunate glorie letterarie; una rovinosa caduta della signora Maristella Maccadò che ci permetterà di conoscere suor Anastasia, il professor Bombazza e altri dipendenti dell’ospedale di Bellano.

Si potrebbe continuare all’infinito, ma lasciamo ai lettori il divertimento di scoprire di volta in volta i personaggi e i fili intrecciati di questo esilarante ordito, fili che solo in apparenza ci portano lontano dalla soluzione del caso. Perché in fondo di un caso, se vogliamo addirittura di un giallo, si tratta e i misteri da svelare o i grovigli da sciogliere non riguardano solo il toro Benito. Infatti, come scoprirete leggendo, non è detto che certe fortune siano davvero tali, come non è detto che da un bene nasca un male o viceversa. Eventi e destino sono beffardi e ingannatori e noi esseri umani solo fuscelli in preda a un vento di breva dispettoso e maldestro.

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Conosci l'autore

Andrea Vitali

1956, Bellano (Lecco)

Dopo aver frequentato «il severissimo liceo Manzoni» di Lecco, Andrea Vitali si laurea in medicina all'Università Statale di Milano ed esercita la professione di medico di base nel suo paese natale. Scrittore molto prolifico, ha esordito nel 1990 con il romanzo breve Il procuratore, ispiratogli dai racconti di suo padre; nel 1996 ha vinto il Premio letterario Piero Chiara con L'ombra di Marinetti, ma il grande successo lo ha ottenuto nel 2003 con Una finestra vistalago (Premio Grinzane 2004). Nel 2006 ha vinto il Premio Bancarella con il romanzo La figlia del Podestà; nel 2009 il Premio Boccaccio e il Premio Hemingway. Tra i numerosi romanzi, ricordiamo: nel 2011 La leggenda del morto contento e Zia Antonia sapeva di menta. Nel 2012 Galeotto fu il collier e Regalo...

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